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Tuffi più sicuri con i cani bagnini

Sono circa 350 le unità schierate lungo i litorali italiani. Con terranova, labrador e golden retriever pronti a soccorrere i bagnanti in difficoltà. Il loro segreto? L’addestramento continuo.

di Alessio Pagani

Da 34 anni sono sinonimo di soccorso in acqua. Di efficienza, preparazione e vite salvate. Una cinquantina anche lo scorso anno. Nelle acque salate dei mari italiani ma anche in quelle dolci dei laghi. Loro sono i cani e i conduttori della Sics, la Scuola italiana cani da salvataggio, associazione di volontari della protezione civile specializzata nell’addestramento di unità cinofile da soccorso in acqua. Una risorsa indispensabile in tema di sicurezza. Per questo anche quest’anno sono circa 350 le coppie cane-uomo a essere operative lungo i litorali del nostro Paese. E non solo. La loro maestria, che li ha resi protagonisti di corsi di formazione per la creazione di unità simili all’estero come accaduto di recente con alcune squadre provenienti dagli Stati Uniti, li vedrà perlustrare, pronti a ogni intervento, anche le sponde svizzere del Lago di Lugano.

Perché la Scuola italiana cani da salvataggio fa rima con quattro zampe preparatissimi al soccorso in acqua. «Del resto con il cane si ha una marcia in più, ogni esemplare può portare anche 6 persone a riva, è in grado di seguire la corrente e può nuotare per due chilometri senza sentire fatica», spiega il presidente e fondatore della scuola Ferruccio Pilenga. Ma niente è lasciato al caso. Perché se questi cani sanno salvare vite lo si deve alla loro preparazione. E in questo la Sics è una realtà unica in tutto il mondo, che ha il suo quartier generale all’Idroscalo di Milano. Da oltre un decennio, infatti, il parco alle porte del capoluogo lombardo è la base operativa dell’associazione e la sede dove vengono effettuati i percorsi di addestramento di altissimo livello. Grazie a un accordo quadro con il comando generale delle Capitanerie di Porto, addestratori e cani certificati Sics durante il periodo estivo sono attivi in tutte le regioni italiane, dal Friuli alla Sicilia, dalla Sardegna alla Liguria, passando per il lago d’Iseo, il Maggiore e quello di Garda, in collaborazione con la Guardia costiera. Senza mai dimenticare aggiornamento e allenamento.

«L’addestramento», sottolinea Pilenga, «parte quando il cane è ancora un cucciolo, all’inizio con i giochi e poi con le prove a terra e in acque che si fanno via via sempre più difficili. E non finisce praticamente fino alla pensione». Terranova, labrador e golden retriever – queste le razze più a loro agio in acqua – non smettono mai di aggiornarsi e affinare la loro tecnica di soccorso. Anche perché ogni secondo, in caso di pericolo, può fare la differenza. Mantenersi in forma e sempre pronti, per cane e conduttore, sono dunque condizioni fondamentali. Anche nella fase di soccorso, quella in cui oltre a raggiungere le persone in difficoltà il cane deve essere a suo agio sui mezzi di emergenza. «Così li prepariamo a operare in diversi contesti», aggiunge Pilenga, «e a bordo di elicotteri, motovedette, gommoni e acquascooter». Anche per questo protocollo di preparazione, gli addestratori e i loro compagni a quattro zampe vengono richiesti in ogni angolo del mondo: New York, Boston, Canarie, Azzorre, Germania e Grecia. Vengono chiamati per insegnare metodi e percorsi di formazione che possano poi contribuire a salvare altre vite. Sulle spiagge, poi, la loro presenza è una garanzia in più. Fondamentale anche nel lavoro di prevenzione di eventuali comportamenti potenzialmente pericolosi. Loro ci sono e sono pronti a intervenire. Ma anche a insegnare come non mettersi a rischio e a vivere l’acqua in modo sicuro.

(Foto: @ferrucciopilenga)

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