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Treviso vieta le bocce di vetro per i pesci rossi: «Nuotare in circolo li stressa»  

Sono esseri viventi e non più proprietà: il testo del regolamento per la tutela del benessere animali vieta anche di sfruttare con troppo lavoro i cavalli e apre le porte degli edifici pubblici ai cani.

di Redazione

Treviso mette al bando le bocce di vetro per i pesci. Se i cittadini vorranno tenere in casa qualche pesciolino dovranno mettergli a disposizione un ambiente consono. È questo uno dei punti del nuovo regolamento “Per la tutela e il benessere degli animali” varato dalla giunta comunale di Treviso e che adesso dovrà passare per il consiglio comunale. A scriverlo, oltre ai tecnici comunali e l’assessore all’Ambiente Alessandro Manera, anche specialisti dell’azienda sanitaria e dell’ordine dei veterinari. Il risultato è un documento innovativo in cui l’animale, d’affezione, ma anche da cortile o da lavoro, viene considerato come «essere vivente in quanto tale e non più come semplice proprietà di qualcuno».   

Oltre cani e gatti, l’attenzione è caduta anche sui tanti animali che popolano le case a partire dai pesci. Treviso, vietando gli acquari sferici, si è allineata ad altri grandi comuni che già prevedono questa disposizione, come Milano e Venezia. Si colpisce così una pratica tanto nota quanto contestata per varie ragioni: le dimensioni ridotte che consentono una scarsa ossigenazione dell’acqua ma anche la forma che costringe il pesce a nuotare vorticosamente in tondo e gli dà una visione distorta dell’ambiente esterno provocandogli grande stress. Quindi, per il regolamento trevigiano, gli acquari dovranno essere consoni garantendo «ai pesci un volume d’acqua sufficiente a consentire loro un movimento naturale».

Ci sono anche regole più stringenti, riguardanti la cura di specie che prevedono terrari o terra-aquari come. oltre ai pesci, rettili, e anfibi. Obbligatorio è «assicurare negli acquari e terra-acquari un ambiente che ricrei il più possibile quello naturale di origine della specie». Ampio spazio è dedicato anche agli animali da lavoro come i cavalli, per cui è vietato «sottoporli ad attività che causino fatica eccessiva e siano incompatibili con le loro capacità fisiche o caratteristiche compartimentali ed etologiche». Non sarà inoltre consentito far lavorare il cavallo, l’asino o il mulo in condizioni di tempo avverse come caldo o freddo eccessivo. Vietato inoltre catturare piccioni o tortore.  

(Foto d’apertura: IPA)

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