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Operazione “Arca di Noè”, il salvataggio degli animali in Emilia Romagna

Sono centinaia i soccorsi effettuati in condizioni estreme da associazioni, volontari e forze dell’ordine. Cani, gatti, pappagalli, cavalli sono stati strappati all’acqua e messi in sicurezza. Drammatica la situazione degli allevamenti travolti dalle esondazioni.

di Alessio Pagani

È ancora emergenza in Emilia Romagna dove le devastanti alluvioni hanno messo in ginocchio un intero sistema. 14 le vittime accertate, oltre 36mila persone costrette a lasciare la propria casa e trovare alloggio o da amici e parenti o nei centri d’accoglienza. Circa cento i comuni coinvolti, il triplo rispetto al terremoto del 2012. Le strade chiuse sono circa 500, mentre sono 305 le frane censite che insieme agli smottamenti minori stanno mettendo in ginocchio l’Appennino. Gli allagamenti sono diventati quasi impossibili da contare. Praticamente tutta l’area che va da Bologna al mare è stata colpita: metà, quella in pianura, è finita sott’acqua, l’altra metà, quella in collina e montagna, è funestata dai cedimenti del terreno.  

Devastate anche migliaia di aziende agricole. Nelle stalle si contano migliaia di capi affogati – 600 solo in un allevamento di suini di Albereto, nella zona di Faenza – ma anche per quelli sopravvissuti ci sono difficoltà: il foraggio stoccato è andato perduto e manca anche l’acqua per abbeverarli con le reti compromesse dalle frane. Meno drammatico, grazie all’intervento di centinaia di volontari di tutte le associazioni animaliste, l’effetto sugli animali domestici e da compagnia. Con immagini come queste, di chi scappa dalla furia delle acque con i propri quattrozampe in braccio o dentro i trasportini, che hanno già fatto il giro del Paese.  

I gommoni diventano arche 

Vigili del fuoco, Esercito e Soccorso alpino, come sempre, si sono presi cura tutti: umani e animali. I tecnici, altamente preparati, hanno raggiunto i quartieri più isolati per portare in salvo non solo le persone, ma anche cani, gatti e pappagalli. Tutti soccorsi grazie ai gommoni che sembravano proprio delle piccole arche di Noè.  

Salvati quattro cani, un gatto e un piccolo agnello dalla piena del torrente Magni che in zona Bassette, periferia di Ravenna, ha sommerso un’abitazione a ridosso del corso d’acqua uccidendo, probabilmente, tutti gli altri animali da cortile come galline e conigli e delle pecore. A metterli al sicuro ci hanno pensato i militari del IX Reggimento d’assalto paracadutisti di Livorno che da alcuni giorni hanno raggiunto le zone alluvionate della Romagna. 

Gli sforzi dei volontari 

L’Unità di Emergenza della Lav ha salvato 2 cagnolini da una casa alluvionata a Russi, in provincia di Ravenna: «Con i volontari della Lav Bologna li abbiamo tratti in salvo, accompagnati in clinica e appena possibile li riporteremo a casa dai loro cari», spiegano sui social, mentre la notte precedente i volontari sono intervenuti in un rifugio allagato vicino Imola, dove 58 cani erano immersi nell’acqua. Con i vigili del fuoco tutti gli animali sono stati portati al sicuro.  

Intervento d’emergenza anche a Solarolo, comune in provincia di Ravenna. Lì, un signore anziano, che viveva con 5 cani e 1 gatto, è stato finalmente evacuato, dopo aver passato giorni al secondo piano della sua abitazione. La sua casa era completamente allagata, ma lui era riuscito a difendersi dall’acqua e a tenere al sicuro i suoi animali. «La nostra Unità di Emergenza si è subito attivata per portare soccorso agli animali, che rischiavano di rimanere soli», ha sottolineato la LAV. «Quando siamo arrivati sul posto, fortunatamente il livello dell’acqua era già sceso abbastanza da permetterci di lavorare. Abbiamo recuperato gli animali e li abbiamo portati al sicuro, anche grazie ai volontari della LAV Bologna e LAV Brescia. Ora i cani si trovano presso uno stallo. Quando la situazione sarà migliorata e l’abitazione tornerà agibile, dopo i lavori e il drenaggio dell’acqua, gli animali potranno tornare a casa».  

Non si fermano per un solo istante le operazioni della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente in Emilia-Romagna. Da Bologna a Rimini, al Ravennate, i volontari coordinati dalla sede nazionale, sono impegnati in numerosi interventi di salvataggio. «Siamo di fronte a un vero e proprio inferno di acqua e fango. I danni sono enormi: uno spettacolo che non avremmo mai voluto vedere e che invece si ripresenta, purtroppo, con spaventosa frequenza», ricorda l’onorevole Michela Vittoria Brambilla, presidente della Leidaa. Tra i principali interventi quello a Russi, nel Ravennate, dove i volontari sono andati a prendere uno a uno gli animali rimasti intrappolati e li hanno condotti in salvo attraversando le zone alluvionate.

Durante le operazioni hanno trovato cavalli e asini che si aggiravano in mezzo a tanta desolazione e li hanno accompagnati dove potevano trovare cibo e riparo. A Faenza l’acqua è rimasta alta per molte ore ed è stato necessario intervenire con un gommone per recuperare gli animali che altrimenti sarebbero morti annegati o di fame. A Bologna, vicino all’aeroporto, i volontari hanno portato cibo alle numerose colonie feline della zona. Altri aiuti alimentari sono in arrivo da Milano, raccolti dalle sezioni locali.  

Emergenza nei rifugi 

Sono in condizioni critiche, per non dire disperate, anche decine di strutture, come canili e gattili, dedicate all’accoglienza di animali senza famiglia. Lo confermano direttamente le realtà che si occupano della loro gestione. «Abbiamo dovuto evacuare il nostro gattile di Lugo ma siamo riusciti a mettere in sicurezza 40 gatti. Altri 20 cani poi, sono stati salvati a Castagnolo», sottolineano dall’ENPA, l’Ente Nazionale Protezione Animali. L’acqua non concede tregua in molti comuni e le richieste di intervento sono sempre più numerose. «Stiamo lavorando senza sosta giorno e notte per mettere in sicurezza quanti più animali possibile».  

Circa un centinaio, dunque, gli animali da compagnia delle zone di Ravenna a Rimini soccorsi e portati in salvo. «In queste ore difficili», afferma Carla Rocchi, presidente nazionale ENPA, «i nostri volontari di Faenza, Meldola, Cesena, Lugo, Ravenna, Bologna e Rimini hanno percorso più di 500 chilometri per portare in salvo e mettere in sicurezza quanti più animali possibili».  

Le operazioni, così, proseguono senza sosta. «L’obiettivo di queste ore», conclude Maria Teresa Ravaioli, presidente della sezione di Faenza dell’Ente Nazionale Protezione Animali, «è far arrivare tutto il necessario nelle zone più difficili dove le comunicazioni non funzionano e molte linee telefoniche sono staccate. Stiamo ospitando gli animali dei cittadini alluvionati nel Canile comunale “Rifugio del cane”: per ora sono 30 cani e 10 gatti. Inoltre, tramite l’utilizzo di una rete solidale creata da noi, stiamo assicurando il ricovero degli animali di proprietari alluvionati da diversi cittadini che si sono volontariamente resi disponibili».  

(Foto d’apertura: @cnsas_official)

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