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Nemo resta a guardia dell’Eliseo

Il cane della famiglia Macron, un incrocio tra un Labrador e un Griffon, si prepara al suo secondo mandato consecutivo. Tra marachelle e attività di sensibilizzazione nei confronti degli animali.

di Alessio Pagani

Il cane della famiglia Macron, un incrocio tra un Labrador e un Griffon, si prepara al suo secondo mandato consecutivo. Tra marachelle e attività di sensibilizzazione nei confronti degli animali.

Nemo resta al suo posto. Con i suoi grandi occhi profondi ed espressivi. Il cane di Emmanuel e Brigitte Macron vivrà per altri cinque anni all’Eliseo, sua dimora ufficiale dall’agosto del 2017. Lo hanno deciso i francesi che, riconfermando il suo padrone, gli hanno riaperto, di fatto, le porte del palazzo presidenziale. Una storia a lieto fine la sua, iniziata da cane abbandonato e culminata con l’ascesa a quattro zampe presidenziale. Passando dai box di un rifugio per animali in cerca d’azione al parco di una delle dimore più belle di Francia. Tanta strada, ma meritata. E pensare che all’inizio il suo nome non era neppure Nemo. Così, infatti, ha deciso di chiamarlo Macron solo dopo l’adozione, in onore del personaggio di uno dei suoi romanzi preferiti, “Ventimila leghe sotto i mari” di Jules Verne. Quando il cagnolone nero è nato, nell’aprile del 2016 a Tulle, comune francese del Sud-Ovest della Francia, nel dipartimento della Corrèze, era stato chiamato Marin. Ma a poco più di un anno di vita, il cucciolone è stato abbandonato. Finendo per vivere in un canile gestito dalla Società per la protezione degli animali, a Hermeray, vicino a Parigi. Ed è qui che è arrivata la svolta. Quando, a poche settimane dal suo arrivo nella struttura, ha incontrato Brigitte, da pochi mesi First Lady. È stata lei stessa ad annunciare l’intenzione della coppia di adottare un cane. E la scelta è ricaduta proprio su Marin. Che, il 28 agosto del 2017, diventa ufficialmente il quattro zampe della famiglia, trasferendosi immediatamente all’Eliseo. Da allora, diventa Nemo, e quella è la sua casa: in particolare è libero di scorrazzare nell’ala est, dove si trovano gli uffici di Brigitte Macron e dei suoi collaboratori.

Giocherellone e irruento non ha mancato di far parlare di sé. Ha più volte rischiato di far cadere la sua padrona, ha mangiato diverse paia di scarpe e ha persino urinato su un caminetto della sala delle riunioni durante un appuntamento governativo e ha più volte inseguito l’auto presidenziale mentre si allontanava dal palazzo. Nulla, però, è stato in grado di scalfire l’amore dei francesi nei suoi confronti. Specialmente per le sue attività di beneficenza. Dal 5 febbraio 2019 l’Eliseo, per esempio, mette in vendita un peluche Nemo, il cui ricavato è devoluto alla Società per la protezione degli animali, e più di una volta il cane del presidente è stato testimonial di video contro l’abbandono. Appelli in cui Nemo, con i sottotitoli che traducono il suo abbaio, lancia chiaramente il messaggio: «non abbandonate gli animali e sostenete l’adozione». «La mia storia», spiega, «inizia con un abbandono, e come me, 100.000 animali vengono abbandonati ogni anno in Francia. Quindi adottali. Ma in coscienza».

FOTO (@emmanuelmacron; @emmanueletbrigittemacron)

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