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Intelligenza artificiale: sciami di droni per studiare gli animali

Alcuni scienziati credono che l’utilizzo di questa tecnologia possa rendere più facile e meno dispendioso il monitoraggio e la salvaguardia delle aree boschive e degli ecosistemi naturali che le compongono.

di Silvia Stellacci

Nell’era del digitale, il progresso tecnologico si è rivelato un potente alleato per gli scienziati. Un esempio lampante è l’utilizzo dei droni, che sta rivoluzionando non solo gli apparati militari, ma anche l’approccio allo studio e alla conservazione degli ecosistemi naturali. La strada verso l’innovazione, però, è piena di ostacoli e non mancano le criticità.

In un recente articolo, il professor Oliver Bimber dell’Università Johannes Kepler di Linz propone un audace scenario: sciami di droni autonomi, guidati da un’unica Intelligenza Artificiale (IA), per il monitoraggio della fauna selvatica. Questa visione, pubblicata sulla rivista scientifica “Ecology and Evolution” – del gruppo editoriale di cui fa parte anche “Nature” – genera da tempo un acceso dibattito tra gli addetti ai lavori.

Bimber descrive un futuro in cui i droni, agendo come un unico ente coordinato, possono «far sparire digitalmente» la foresta, permettendo lo studio e il tracciamento degli animali nel loro habitat naturale. Un vantaggio non da poco per gli scienziati, che spesso si trovano ad affrontare ambienti impervi e difficili da raggiungere con mezzi limitati e in tempi molto più lunghi rispetto a quelli impiegati dagli sciami di droni.

Le potenzialità di questo sistema, poi, vanno oltre la biologia e l’ecologia. Le stesse tecniche possono essere applicate in archeologia, pedologia (scienza che studia i terreni), nel tracciamento preventivo degli incendi e persino nel soccorso in caso di catastrofi ambientali o valanghe. Dallo studio condotto da Bimber e i suoi colleghi, emerge quanto uno sciame di droni possa essere più efficiente di uno singolo nel tracciare target umani o animali nascosti, ad esempio, da una fitta vegetazione o da altri ostacoli visivi.

«Gli sciami di droni possono svolgere in collaborazione compiti impossibili per i singoli droni», si legge nello studio. «I risultati delle simulazioni mostrano che il nostro approccio ha raggiunto una visibilità massima del bersaglio del 72% in 14 secondi. Il nostro approccio fornisce un rilevamento veloce e affidabile di bersagli occlusi e dimostra la fattibilità e l’efficienza dell’uso di sciami di droni per la ricerca e il salvataggio in aree non facilmente accessibili all’uomo, come le foreste e i luoghi di disastri».

Tuttavia, all’entusiasmo per questa rivoluzione tecnologica si unisce anche una serie di preoccupazioni. Alcuni scienziati temono, infatti, che l’utilizzo dell’IA su sistemi di telerilevamento come i droni possa portare a una sostituzione totale del personale umano e a un’eventuale mancanza di sicurezza, data l’assenza di un controllo diretto.

Al contrario, chi sostiene l’avanzamento di questo tipo di tecnologia sa che un operatore esperto avrebbe sempre il controllo dell’IA che guida i droni, riducendo la possibilità di recare danni agli ecosistemi naturali. Per di più, lo sviluppo e l’utilizzo di questi sciami richiedono un ampio personale specializzato, che difficilmente potrà essere sostituito. Smentendo lo scenario peggiore, l’Intelligenza Artificiale costringerà al massimo i lavoratori umania una specializzazione maggiore.

Affinché questa tecnologia si affermi, è necessario però un investimento che ne abbatta i costi. «Riteniamo che lo sviluppo tecnologico in corso sia sufficientemente rapido da rendere i grandi sciami di droni fattibili e convenienti nel prossimo futuro», scrive Bimber, sottolineando che uno sciame di droni può agire molto più velocemente e coprire un’area più ampia rispetto a un singolo drone.

«Le task force di droni si stanno affermando in tutto il mondo nella polizia, tra i vigili del fuoco o nel soccorso alpino come tecnologia chiave per salvare vite umane», prosegue il professore. «Le operazioni di ricerca e soccorso, ad esempio, traggono vantaggio dalla flessibilità, rapidità e – rispetto agli elicotteri –economicità e sicurezza dei droni. Oggi i droni trovano applicazione anche nell’ispezione di aree disastrate, nel rilevamento precoce di incendi boschivi, nella sicurezza delle frontiere e nell’osservazione della fauna selvatica, solo per citare alcuni ambiti».

(Foto d’apertura: IPA)

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