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Giornata mondiale del cane, celebriamola fotografandoli alla perfezione

Per avere scatti a prova di quattrozampe ci sono una serie di utili consigli da seguire. Scopriamoli insieme grazie ai suggerimenti della dog photographer Marina Barbati. E così avremo un perfetto album dei ricordi.

di Alessio Pagani

Si celebra oggi la Giornata mondiale del cane. Nata negli Stati Uniti questa ricorrenza si è poi diffusa in tutto il mondo. Così, ad ogni latitudine, Italia compresa, il 26 agosto è diventato un giorno di festa dedicata a quello che è, per tutti, il migliore amico dell’uomo. 

Molto più di un animale domestico, il quattrozampe è ormai un vero e proprio membro della famiglia. E, nonostante gli alti tassi di abbandono che vedono ogni estate centinaia di animali lasciati da soli su strade e autostrade, il cane rimane ancora, insieme al gatto, il compagno per eccellenza degli esseri umani. Amico e fedele aiutante, il cane dona un amore incondizionato senza nulla chiedere in cambio al suo padrone. È dal desiderio di celebrare questo prezioso animale, dunque, che nel 2004 l’attivista ed educatrice cinofila Colleen Paige ha proposto di festeggiare il 26 agosto la Giornata Mondiale del Cane.  

Una data non casuale: il 26 agosto, da bambina, Colleen insieme ai suoi genitori aveva adottato il suo primo amico a quattro zampe. Dall’iniziativa di Colleen prende il via un movimento di appassionati e amanti dei cani, che chiedono a gran voce l’istituzione di una Giornata riconosciuta a livello internazionale e non solo locale. È quindi la World Dog Alliance (o WDA) insieme alla Humane Society International e Humane Society of United States a confermare l’istituzione della vera e propria Giornata mondiale del cane. 

Festeggiare, però, vuol dire anche ricordare e cosa c’è di meglio di una bella foto con i nostri compagni di vita? Così Amusi, azienda del pet food, ha chiesto alla dog photographer Marina Barbati alcuni consigli su come realizzare impeccabili foto ricordo ai nostri pet. 

Gli italiani che stanno trascorrendo agosto con il proprio cane sicuramente hanno già il telefono pieno degli scatti realizzati sulla sabbia o tra i boschi, ma molto probabilmente la maggior parte saranno foto venute male, mosse o fuori fuoco. Mettere da parte, però, una bella serie di immagini non è impossibile. Ecco quindi alcuni segreti da tenere a mente per foto degne di feed e stories.

Abbassati alla sua altezza

«Il cane è un membro della famiglia a tutti gli effetti ed è protagonista dei nostri ricordi fotografici», spiega Marina Barbati, «ma non è un essere umano: per fargli un ritratto dobbiamo prendere degli accorgimenti. La prima regola da seguire è ricordare che i cani si fotografano alla loro altezza (e non alla nostra). Qualunque sia la sua taglia, dobbiamo modificare la nostra postura per adattarci alla sua: solo così rendiamo giustizia alle loro proporzioni. In più, abbassandoci, possiamo scoprire da vicino quello che è il loro mondo di riferimento, notando ad esempio che un oggetto che avevamo ignorato rappresenta per il cane un ostacolo o un problema».  

Mettilo a suo agio

Qualunque proprietario conosce i segnali che il suo cane lancia quando non è a suo agio: per fare una bella foto è indispensabile che si senta tranquillo, che non viva male il momento che avete scelto per lo scatto. «La situazione ideale è quella del gioco: se il cane è divertito da un oggetto o dall’ambiente circostante sarà più facile realizzare dei ritratti efficaci. Aiutiamoci, per quanto possibile, con biscotti o giochini che rappresentano anche delle piccole ricompense per aver fatto il bravo. Una pallina per farlo correre», spiega la professionista, «è un diversivo per lui ma anche un espediente per realizzare scatti dinamici e buffi. Evitiamo, inoltre, di stressare il cane quando è stanco, perché non rendiamo giustizia alla sua reale indole».  

Scegli l’ambiente giusto

Valutiamo con attenzione il contesto in cui fotografare il nostro pet: gli ambienti d’acqua, ad esempio, sono per loro natura particolarmente fotogenici e le occasini non mancano al mare, al lago o nei pressi di un fiume. Anche i boschi sono contesti ideali, perché ci fanno giocare con la luce, le ombre e i riflessi.  

Stai ai suoi tempi

Quando si parla di fotografia i tempi sono importantissimi. Innanzitutto parliamo dei tempi di scatto: difficilmente potremmo far stare in posa il cane per tanto tempo. «Sfruttate a vostro vantaggio il fatto che il cane non sta mai fermo: quelli molto dinamici arrivano, quando corrono, a staccare anche tutte le quattro zampe e se siete accorti potreste realizzare una foto in cui sembra che volino». Quando parliamo di pet photography, inoltre, è bene ricordare anche i tempi “di resistenza” del cane: non è un modello professionista e le nostre richieste devono avere tempi ridotti. «Brevi sessioni fotografiche sono l’ideale per non stressarlo troppo: se attraverso una fotografia ci regaliamo un ricordo tangibile, che ci riporti indietro nel tempo, deve collegarsi ad un momento bello, in cui cane e padrone erano entrambi sereni».

Evita le ore più calde

Certamente, un servizio fotografico realizzato sotto il sole d’estate, nelle ore più calde, non è una buona idea: questo non solo perché il cane si stancherebbe troppo ma anche perché la luce non sarebbe la migliore, troppo diretta per creare il giusto gioco di ombre necessario per un bello scatto. Di contro, i tramonti sono perfetti per realizzare dei fantastici giochi di luci e ombre. 

Occhio al meteo (e sfrutta la pioggia)

Le giornate nuvolose sono le migliori per dedicarsi agli shooting: la luce si fa più morbida, più omogenea e uniforme e, a prescindere dalla temperatura, la presenza di zone d’ombra in cui rifugiarsi mette il cane più a suo agio. Paradossalmente, una giornata di pioggia che al mare ci toglie il buonumore può rivelarsi il momento più propizio per scatti bellissimi. Aspettiamo che smetta e poi sfruttiamo la luce e le pozzanghere per creare delle immagini davvero memorabili.  

Allontanati da lui (e usa lo zoom)

«Bisogna ricordare che il cane ha una percezione tutta sua di quello che gli accade attorno e non sempre gestirà bene un obiettivo puntato, che può percepire come minaccia, o anche solo un cellulare a pochi centimetri dal naso. Distanziarsi un pochino lo tranquillizzerà di certo e per farlo», conclude Marina Barbati, «possiamo ricorrere ai teleobiettivi ed esistono anche lenti apposite per gli smartphone». 

(Foto d’apertura: Marina Barbati)

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