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La stella Roberto Bolle amico dei koala

Uno scatto dell’étoile del Teatro alla Scala, Roberto Bolle, ci ricorda di questi teneri animali, specie ufficialmente a rischio estinzione.

di Alessio Pagani

C’è un tenero scatto di Roberto Bolle, étoile del Teatro alla Scala di Milano, a ricordarci quanto fragili siano diventati i koala. Il tenero abbraccio tra i due, infatti, non può cancellare i grandi pericoli che questa specie sta correndo. Secondo l’Australian Koala Foundation, dal 2018, circa il 30% dei koala sono stati sterminati da incendi boschivi, siccità e disboscamento. Per questo la specie è considerata ufficialmente a rischio estinzione. E per salvarli ci sarebbe bisogno di misure drastiche. Come congelare il loro sperma. È quanto sostengono gli scienziati dell’Università di Newcastle, nella regione australiana del Nuovo Galles del Sud, che hanno suggerito di allestire un biolab con il “liquido riproduttivo” raccolto che poi potrebbe essere usato come parte di un programma di allevamento, per garantire il futuro della specie di marsupiali e migliorarne la diversità genetica. Da qui il piano che dalla carta potrebbe passare presto alla sua fase operativa. «Abbiamo identificato 16 ospedali e zoo in tutta l’Australia che potrebbero servire da centri di raccolta», spiega il professor Lachlan Howell, dell’Università di Newcastle. «Possiamo crioconservare lo sperma dei marsupiali proprio come facciamo per gli esseri umani». E oltre che efficace questo intervento di “biobanking” sarebbe fino a 12 volte più economico degli attuali metodi di allevamento dei koala in cattività, che richiedono grandi colonie per evitare la consanguineità. Intanto proprio l’Australia ha inserito il koala nella lista delle specie in pericolo su gran parte della sua costa orientale. All’origine della decisione il tragico assottigliarsi della popolazione a causa della distruzione del loro habitat provocato dagli incendi che negli ultimi anni hanno devastato la regione, da una prolungata siccità e dalla deforestazione a opera dell’uomo per lo sfruttamento del territorio. Parallelamente sono stati annunciati investimenti per 35 milioni di dollari in quattro anni per la loro tutela. 

(Foto: @robertobolle)

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