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Cop15, un milione di specie sono in pericolo. In Italia rischiano più di cento 

Si lavora alla svolta per arrivare al 30% di aree protette nel Pianta entro il 2030.

di Alessio Pagani

Si concluderà il prossimo 19 dicembre, ma il quadro è già chiarissimo. E altrettanto grave. Da Montreal, dove è in corso la Cop15, ovvero il più importante appuntamento diplomatico per salvare la biodiversità, arrivano dati drammatici. A causa di inquinamento, consumo del suolo, cambiamento climatico, infatti, sono tantissime le specie che soffrono e sono sull’orlo dell’estinzione: secondo un celebre calcolo ben 1 milione (su 8 conosciuti) sono a rischio se non facciamo nulla per tutelarle.

Rischi concreti che riguardano anche l’Italia. Nel nostro Paese, infatti, sono 40 le specie di vertebrati in pericolo critico e ben 65 quelle a rischio. Lo rende noto l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (Iucn). Tra loro, quelle che si sono aggravate rispetto alla valutazione precedente del 2013 sono la savetta, il carpione del Garda, il temolo adriatico, il geotritone del Sarrabus, il mignattino comune, l’orecchione sardo. Entrano nella valutazione di “pericolo critico” (prima assenti per carenza di dati o non valutati): lo squalo volpe, la trota mediterranea, il falco pescatore (nella foto d’apertura), il voltolino e lo schiribilla.

Situazione da monitorare con attenzione, anche perché, circa il 10% della fauna italiana è endemica, vale a dire presente esclusivamente nel nostro Paese. Ecco perché si lavora per una svolta. Uno degli obiettivi più ambiziosi e allo stesso tempo facilmente riassumibili del negoziato è quello del “30×30”: ovvero il 30% di aree protette nel mondo entro il 2030. Ma bisogna correre perché il tempo stringe e non ci sono possibilità di appello.  

(Foto d’apertura: @jean_bo76)

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