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Condannato il calciatore Zouma, aveva picchiato il suo gatto

Dovrà effettuare 180 ore di servizi sociali e non potrà possedere alcun felino per i prossimi 5 anni. Prima della sentenza del tribunale erano già arrivati la multa della sua squadra di club, l’abbandono degli sponsor e l’esclusione dalla nazionale francese.

di Alessio Pagani

Prima l’indignazione popolare, poi la multa. Cui hanno fatto seguito l’abbandono degli sponsor e l’esclusione dalla nazionale francese. Ora la condanna. Pesante. 180 ore di servizi sociali e il divieto di avere gatti in casa per i prossimi cinque anni. Questa è la sentenza della Thames Magistrates’ Court di Londra nei confronti di Kurt Zouma. Il 27enne difensore del West Ham è stato giudicato colpevole di maltrattamenti ai danni di uno dei suoi due gatti bengala. Una vicenda che risale allo scorso febbraio, quando, il fratello minore del calciatore aveva filmato e poi messo in rete, sui social network, le violenze ai danni del felino. Il motivo? Correndo per casa aveva rotto un vaso e fatto cadere una lampada. Un atteggiamento quello dello sportivo che, rimbalzato in Rete, aveva suscitato l’indignazione popolare.

Al punto che nell’annunciare la sentenza di condanna, la giudice Susan Holdham ha definito quello di Zouma «un comportamento vergognoso e biasimevole ai danni di un animale domestico». A nulla, infatti, erano servite le scuse pubbliche, manifestate già nelle ore successive alla diffusione del filmato. Il caso era già di dominio pubblico e i britannici hanno invocato punizioni esemplari. Arrivate ancor prima della condanna. Zouma, infatti, è stato multato dal West Ham, che aveva donato l’equivalente di due settimane del suo stipendio, circa 270 mila euro, a enti benefici per la tutela degli animali. Ma non solo. Adidas, suo sponsor tecnico, lo aveva abbandonato e i suoi gatti erano stati presi in custodia della Rspca (Royal Society for the Prevention of Cruelty to Animals), la più importante organizzazione animalista del Regno Unito. Nelle scorse ore, poi, è arrivata la condanna. Che ha chiuso, almeno per il momento, la vicenda.

(Foto: IPA)

 

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