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Cina, covid test anche ai pesci appena pescati 

La “tolleranza zero” contro il virus delle autorità cinesi ha dato il via a una campagna di controlli serrati anche sui prodotti ittici.

di Alessio Pagani

Test a tappeto contro il coronavirus in Cina. Prosegue, infatti, la politica della “tolleranza zero” con alcuni meccanismi che hanno, però, fatto storcere il naso agli stessi cittadini: le autorità cinesi hanno dato il via a una campagna di esami persino sui pesci di mare. A comunicarlo l’assessorato alla salute della città portuale di Xiamen, sud del Paese. Una notizia che, inutile dirlo, ha suscitato non poche reazioni, anche ironiche. «Quello che viene pescato deve essere testato», ha affermato un portavoce e, infatti, l’assessorato ha confermato l’avvio della campagna di controlli non solo a tutto il personale addetto alle attività di pesca al rientro in porto, ma anche ai pesci che sono stati catturati. Sembrerà strano, ma è così. Per via di una quarantina di casi positivi, infatti, circa 5 milioni di persone si sono dovute sottoporre a test di massa in questa settimana nella città portuale. A Jimei, distretto in cui si trova Xiamen, dopo una direttiva in cui si denunciava il rischio di traffici illegali con pescatori stranieri, nel mese di luglio il governo cinese ha richiesto l’avvio di test a pescatori e pescato. Nonostante gli scienziati siano scettici sul fatto che il coronavirus possa essere trasmesso attraverso i pesci, il governo ha deciso di proseguire con la propria decisione.

(Foto: Facebook Vice Australia)

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