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Celacanto, il pesce fossile si studia con la TAC 

È un pesce primordiale che vive nelle acque profonde ed è in pericolo di estinzione. In Danimarca, per saperne di più, hanno deciso di studiare uno dei pochi esemplari conservati. Quello catturato nell’ormai lontano 1960 alle Comore.

di Alessio Pagani

Bisogna saperne di più. Per proteggerlo ed evitare la sua estinzione. Così i ricercatori danesi sono al lavoro sulla morfologia e le caratteristiche peculiari del celacanto. Pesce abissale rimasto immutato per milioni di anni, in grado di vivere per un secolo con uno dei metabolismi più lenti tra gli animali del Pianeta. Per studiarli e comprenderli gli scienziati hanno rimosso, dal barattolo di alcol in cui si trovava, l’unico esemplare danese conservato: il “campione numero 23”, custodito al Museo Zoologico di Copenaghen per 60 anni, dopo essere stato catturato nell’arcipelago delle Comore nell’Oceano Indiano nel 1960. Un vero e proprio reperto dato che, dal 1938, anno in cui un pescatore sudafricano trovando un esemplare nella sua rete fece mobilitare l’intera comunità scientifica, ne sono stati catturati solo 300 in tutto il mondo. Molti dei quali, però, sono stati sezionati proprio per condurre analisi scientifiche, rendendo così impossibili nuovi studi.

Ora gli esperti danesi ci riprovano. «Questo pesce è estremamente raro e rimane avvolto nel mistero. È difficile da osservare in natura perché vive in grotte sottomarine a una profondità di 150-200 metri», sottolinea Peter Rask Møller, professore associato e curatore presso il Museo di storia naturale dell’Università di Copenaghen. «E poiché gran parte dei pochi esemplari raccolti negli anni è stata fatta a pezzi, sono stati necessari nuovi metodi per saperne di più su come vive». Insieme a Henrik Lauridsen dell’Università di Aarhus e un gruppo di colleghi, Møller è la prima persona in assoluto a condurre ricerche sull’esemplare danese, che è stato conservato intatto e fino ad ora è stato utilizzato solo per l’esposizione. 

Con l’impiego di scanner medici simili a quelli per la TAC, si è potuta comprendere l’esatta distribuzione del minerale osseo e del grasso nel suo corpo. I modelli aiutano a spiegare anche l’esclusiva tecnica di movimento dell’animale che si sposta lentamente lungo i fondali in verticale, con la testa verso il basso. Movimento che grazie a un organo elettrosensibile, in grado di scansionare il fondo alla ricerca di cefalopodi e pesci, gli consente di procurarsi da mangiare. «Abbiamo scoperto che il celacanto ha uno scheletro speciale con molta massa ossea nella testa e nella coda, mentre non ci sono quasi vertebre», hanno sottolineano gli scienziati. «È piuttosto unico. Le parti più pesanti si trovano alle due estremità del pesce, il che gli rende facile stare in verticale sulla testa».

Svelato un mistero, però, ne restano molti altri. Come quello sulla lunghissima gravidanza delle femmine, che dura circa 5 anni. Aspetto che i ricercatori puntano a chiarire quanto prima.  

(Foto: IPA)

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