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Cani robot: i futuri esploratori lunari  

Saranno queste macchine speciali la chiave di volta per riprendere gli studi sul satellite della Terra. È ormai dimostrato che la morfologia dei cani, che permette loro di saltare agevolmente, è tra le più efficienti per muoversi su terreni accidentati e impervi.

di Alessio Pagani

Robot quadrupedi in grado di superare ostacoli, terreni sconnessi e dislivelli importanti. È questa la chiave per riprendere le esplorazioni del terreno lunare. Almeno secondo il progetto del consorzio internazionale formato dall’Eth di Zurigo, dal Max Planck Institute for Solar System Research e dall’Università di Münster, in Germania, e dalla britannica Open University. I tre istituti accademici, infatti, sono al lavoro su un prototipo di cane robot da affiancare al lander dell’Agenzia spaziale europea, che dovrebbe atterrare sulla Luna più volte nei prossimi dieci anni.

L’obiettivo di questa macchina intelligente, denominata Leap (da Legged Exploration of the Aristarchus Plateau, ovvero Esplorazione con le gambe dell’altopiano di Aristarco) è quello di studiare, appunto, l’altopiano così denominato, una regione lunare geologicamente unica perché ospita concentrazioni di terreni con caratteristiche vulcaniche, che a causa di pendii ripidi, rocce e altri ostacoli risulta essere di difficile accesso per i normali veicoli spaziali. Non per l’agilità di un cane, però, le cui quattro zampe garantiscono stabilità, precisione e velocità necessaria. Leap, infatti, può muoversi con diverse andature, consentendo di coprire grandi distanze in breve tempo, arrampicarsi in salita, utilizzare strumenti scientifici e persino rialzarsi in piedi a seguito di una caduta.

Non solo, questo robot quadrupede potrebbe anche utilizzare le sue zampe per scavare nel terreno o spostare massi. E l’”addestramento” dei suoi chip, effettuato attraverso l’intelligenza artificiale, lo ha reso un problem solver efficientissimo. In poche ripetizioni, per esempio, ha imparato che saltellando ci si sposta più velocemente sulla superficie lunare, per via della diversa pressione atmosferica. Attualmente in fase di test, Leap potrebbe presto rappresentare una risorsa a quattro zampe utilissima per le nuove missioni spaziali.    

(Foto: www.esa.int)

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