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Il PSS, shunt porto-sistemico intra o extraepatico nel cane, è una patologia grave che consiste in una malformazione vascolare congenita o acquisita.
Lo shunt porto-sistemico nel cane non è una malattia frequente, ma i segni clinici possono essere diversi perché diversi sono gli organi che possono essere colpiti.
Normalmente il fegato riceve, tramite la vena porta, il sangue proveniente dal pancreas, dal tratto gastroenterico e dalla milza, per poter eliminare le tossine e i prodotti di scarto dal sangue circolante. Esistono alcune malformazioni congenite a carico del fegato e dei suoi vasi che portano una parte, più o meno grande, di sangue a bypassare il fegato e rientrare nel circolo sanguigno senza aver subito il trattamento di purificazione necessario: si parla in questo caso di shunt congenito.
Altre volte si possono creare delle alterazioni a carico di questa particolare circolazione del fegato in seguito a fenomeni degenerativi, come ad esempio in corso di cirrosi epatica: in questo caso parliamo di shunt acquisito.
In ogni caso, i sintomi che si manifestano sono simili e sono riconducibili all’accumulo di tossine nell’organismo, e spesso peggiorano dopo i pasti.
I cani affetti da shunt possono manifestare disturbi nell’accrescimento ed eccessiva magrezza, associati a sintomi neurologici più o meno intensi: ottundimento del sensorio, a volte cecità, movimenti in circolo, momenti di assenza fino al coma e possono comparire anche vomito e diarrea.
La causa della sintomatologia neurologica è da ricercare nell’accumulo di sostanze tossiche di origine azotata nel sangue.In attesa di una risoluzione chirurgica della patologia, o quando questa strada non sia percorribile, è necessario impostare una dieta che, pur soddisfacendo i bisogni nutrizionali del paziente, diminuisca il carico di metaboliti tossici nel sangue.
Le scorie azotate derivano dalla degradazione delle proteine, di conseguenza in corso di shunt dovranno essere sostituite le proteine di origine animale, come la carne e il pesce, con proteine di origine vegetale come la soia o i legumi, associati a carboidrati facilmente digeribili come il riso, e fibre sia solubili che insolubili.
Esistono in commercio diete commerciali specifiche per questa patologia. È anche possibile utilizzare una dieta casalinga che, però, dovrà essere integrata e correttamente bilanciata da un medico veterinario nutrizionista. Un ottimo consiglio per aiutare il veterinario nutrizionista nella definizione della corretta dieta, è quello di consegnargli la cartella veterinaria del pet in questione, sempre aggiornata.
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