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Alcuni studi hanno dimostrato che tra il disturbo compulsivo del cane e quello dell’uomo ci sono delle similitudini. Le cause di tale disturbo non sono note, ma potrebbe esserci un’origine genetica.
I disturbi compulsivi nel cane, sono definiti comportamenti anomali perché fuori contesto, esagerati, impropri e ripetuti in modo costante, verso stimoli o verso oggetti. Sono anche definiti, per similitudine con quelli dell’uomo, disturbi ossessivo-compulsivi (OCD).
Nel cane sono stati descritti diversi tipi di disturbi compulsivi, dei quali spesso le cause non sono esattamente note. Si è sempre considerata una predisposizione genetica a sviluppare questi comportamenti ripetitivi, ma secondo alcuni studi esisterebbe una correlazione tra un gene (CDH2), o meglio, una sua parte (porzione di cromosoma), e il maggiore rischio di emergenza dei disturbi compulsivi. Tali studi hanno coinvolto, in particolare, cani di razza Dobermann, già identificata come una delle razze predisposte a sviluppare alcuni disturbi compulsivi come leccarsi o succhiarsi il fianco, leccare o succhiare stoffa. I cani che sviluppavano disturbi compulsivi, presentavano con frequenza maggiore l’espressione della sequenza di DNA identificata rispetto a quelli sani (con una percentuale del 60% contro il 22%).
Si tratta della prima caratterizzazione genetica di un disturbo compulsivo animale. Le similitudini nelle manifestazioni dei disturbi compulsivi di animali ed esseri umani, e le similitudini nella risposta ai farmaci utilizzati per trattarli, rafforza l’ipotesi che anche le cause genetiche possano essere le stesse. Il gene CDH2 viene, infatti, espresso a livello di ippocampo, che è proprio la regione del cervello correlata allo sviluppo degli OCD nell’uomo.
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