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Una web app per soccorrere gli animali selvatici

Messa a punto dalla Lipu, aiuterà a capire cosa fare nel caso di ritrovamento. Ogni anno sono decine di migliaia i ricoveri nei centri di recupero della fauna selvatica di tutta Italia.

di Redazione

Messa a punto dalla LIPU, aiuterà a capire cosa fare nel caso di ritrovamento. Ogni anno sono decine di migliaia i ricoveri nei centri di recupero della fauna selvatica di tutta Italia.

Uno strumento immediato, consultabile anche dal proprio smartphone, per aiutare gli animali selvatici in difficoltà. È la web app messa a punto dalla LIPU. Raggiungibile all’indirizzo animaliferiti.lipu.it, è a disposizione delle persone che trovano un animale selvatico in difficoltà e desiderano prestare soccorso ed è stata creata grazie al contributo della Nando and Elsa Peretti Foundation, che dal 2000 sostiene cause ambientali e sociali. «Il soccorso della fauna selvatica è una prova della grande sensibilità degli italiani, ma al tempo stesso una materia complicata e impegnativa, tra informazioni carenti, amministrazioni non sempre presenti e una normativa che va migliorata», chiariscono dalla LIPU. «Per questo il nostro impegno crescerà, anche con il nuovo portale informativo per tutti i cittadini». Ogni anno sono in effetti decine di migliaia gli uccelli e gli altri animali selvatici, tra cui specie migratrici a rischio o di particolare interesse conservazionistico, ricoverati nei centri recupero della LIPU e di altre organizzazioni. L’obiettivo è salvarli e  restituirli alla libertà. Molto spesso la filiera del recupero parte da comuni cittadini che, specie in primavera ed estate, si imbattono in rondoni caduti dal nido, falchi feriti, volpi con traumi e molti altri casi analoghi. In questi frangenti, però, non tutte le persone sanno come comportarsi, tentando a volte invano di rivolgersi direttamente alle amministrazioni pubbliche o intervenendo laddove la natura sta semplicemente facendo il proprio corso e ogni ingerenza umana può essere dannosa per l’animale. Ne sono esempio i cuccioli di capriolo o lepre, che devono essere lasciati dove si trovano e non essere in alcun modo toccati, o la maggior parte dei pulcini di uccelli selvatici, che abbandonano naturalmente il nido quando sono ancora incapaci di volare e alimentarsi autonomamente. Contrariamente alle apparenze, questi uccelli continuano a essere seguiti, accuditi e nutriti dai genitori, finché non sono in grado di volare ed essere indipendenti. Ecco perché ogni intervento deve essere ponderato. E la web app risponde proprio a questa esigenza, pensata secondo un processo algoritmico che risponde alle domande più frequenti che i cittadini si pongono. Tra queste il tipo di animale, le cause della difficoltà in cui versa, il dubbio se raccoglierlo o meno, il pronto soccorso e l’alimentazione di emergenza, le cose assolutamente da non fare e, soprattutto, il centro specializzato più vicino al quale consegnarlo. In questo senso, il sito elenca, divisi per regione, tutti i centri recupero fauna selvatica operanti in Italia, specificando il tipo di attività svolta, gli orari e i contatti, in modo da mettere in condizione i cittadini di svolgere al meglio l’opera meritoria del soccorso e far sì che gli animali siano consegnati ai centri il prima possibile. «Questo strumento», conclude Laura Silva, responsabile del Recupero della Fauna della LIPU, «sarà poi aggiornato costantemente, anche con specifici tutorial, mentre intensificheremo i corsi di formazione per operatori e volontari. È tuttavia necessario che il sistema recupero cresca e migliori in generale, sia sotto il profilo di una normativa uniforme e più efficace, sia sotto quello del sostegno alle associazioni».

(FOTO: Irene Alison / Crfs LIPU Roma)

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