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Una torta di riso e lattuga per festeggiare la gorilla più vecchia del mondo

Fatou, ospite dello zoo di Berlino, ha compiuto 65 anni. Ma ha vissuto quasi tutta la sua vita lontano dal suo habitat naturale.

di Alessio Pagani

Fatou, ospite dello zoo di Berlino, ha compiuto 65 anni. Ma ha vissuto quasi tutta la sua vita lontano dal suo habitat naturale.

Lei si chiama Fatou e, nelle scorse ore, ha compiuto 65 anni. Un’età di tutto rispetto. Soprattutto se si è una gorilla. Un compleanno dolce amaro il suo. Dolce per il traguardo raggiunto che ne fa la gorilla di pianura più vecchia al mondo, amaro perché questa femmina di primate ha vissuto quasi la sua intera esistenza lontano dal suo habitat naturale. Nata libera nel lontanissimo 1957, la piccola, una volta catturata, sembra sia stata portata nella Francia occidentale da un marinaio. Due anni dopo, era il 1959, c’era stato l’acquisto da parte dello zoo di Berlino. Qui Fatou vive da ormai 63 anni. Circostanza questa che se da un lato ha fatto storcere il naso a diverse associazioni animaliste, dall’altro è proprio una delle ragioni della sua longevità. L’aspettativa di vita in natura di questa specie, infatti, è di circa 40 anni e l’età straordinaria raggiunta da questo esemplare è legata alle cure e alle attenzioni particolari dello zoo tedesco.

Per festeggiarla è stata messa a punto una torta speciale. «La base era fatta di riso e per la decorazione abbiamo utilizzato, verdure e frutta», spiega il direttore dell’area dei primati della struttura Christian Aust. «Per la sua età eccezionale Fatou è ancora vigorosa e con un sano appetito. Siamo felici ogni giorno che sia con noi e speriamo di poter festeggiare qualche altro compleanno con lei».

Accanto a questa gioiosa occasione, però, c’è anche motivo di preoccupazione: in libertà, i gorilla occidentali sono sempre più minacciati di estinzione. La distruzione dell’habitat e la caccia hanno gravemente impoverito la loro popolazione e il numero continua a diminuire. Sempre meno animali abitano le foreste pluviali tropicali del Camerun, della Repubblica Centrafricana, del Gabon e della Repubblica del Congo e così anche gli zoo contribuiscono alla loro conservazione. Ma in maniera diversa rispetto al passato. «Essendo uno degli animali più longevi», chiariscono dallo zoo di Berlino, «Fatou è uno dei pochi che provengono ancora dal loro habitat. Nel frattempo, quasi tutti gli esemplari che vivono nei parchi sono nati in istituti zoologici. Mentre negli Anni 50 e 60 era ancora normale prelevarli in natura, oggi il principio è diametralmente opposto: in alcuni casi, come accaduto per i bisonti e i cavalli di Przewalski, possono essere riportati al loro habitat naturale proprio con l’aiuto dei giardini zoologici».

(Foto: Zoo di Berlino)

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