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Trovato il cuore di un pesce “antico” 380 milioni di anni!

È successo in Australia. Apparteneva a un gogo, pesce corazzato dell’epoca paleozoica. Un fossile tanto datato non era mai stato scoperto: ecco perché è un ritrovamento importantissimo.

di Alessio Pagani

Ha 380 milioni di anni il cuore più antico mai trovato finora. L’organo deputato al trasporto del sangue è stato trovato fossilizzato all’interno di un pesce preistorico corazzato (placoderma) dell’era paleozoica e rappresenta una tappa fondamentale per lo studio dell’evoluzione degli animali dotati di spina dorsale, incluso l’uomo. Il rarissimo fossile, che oltre al cuore conservato nella sua forma originaria presentava ancora stomaco, fegato e intestino, è stato rinvenuto in Australia nella regione del Kimberley, dove un tempo c’era una grande barriera corallina.

L’incredibile scoperta è stata effettuata da un team di scienziati della Curtin University di Perth e pubblicata sulla rivista “Science” da un team internazionale guidato da Kate Trinajstic della Curtin University e del Western Australian Museum. Quel cuore così speciale appartiene a un gogo, una classe di pesci preistorici tra le prime ad avere mascelle e denti. Nell’antichità, i pesci non erano più grandi di 30 centimetri, mentre i placodermi potevano crescere fino a 9 metri di lunghezza. Sono comparsi sulla Terra 100 milioni di anni prima dei dinosauri e hanno dominato il Pianeta per circa 60 milioni di anni.

La scoperta è resa ancora più incredibile se si pensa che, di solito, sono le ossa piuttosto che i tessuti molli a trasformarsi in fossili, invece nella regione di Kimberley, luogo noto come “la formazione rocciosa di Gogo”, i minerali hanno preservato anche molti degli organi interni. Il cuore osservato dagli scienziati presenta una forma a S ed è simile a quello di uno squalo. È composto da due camere, una più piccola sopra e una più grande sotto. Caratteristiche ritenute il passaggio fondamentale che ha trasformato il gogo da un pesce lento a un vorace predatore. «Come paleontologa che ha studiato fossili per più di 20 anni, sono rimasta davvero stupita di trovare un cuore magnificamente conservato in 3D in un antenato di 380 milioni di anni», commenta Trinajstic. «L’evoluzione è spesso considerata come una serie di piccoli passi, ma questi antichi fossili suggeriscono che ci sia stato un salto più ampio tra i vertebrati senza mandibole e quelli con mandibole. Questi pesci dell’epoca paleozoica hanno letteralmente il cuore in bocca e sotto le branchie, proprio come gli squali di oggi».  

(Foto d’apertura: https://news.curtin.edu.au)

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