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Tre cuccioli di fossa irrompono allo zoo di Chester 

I piccoli hanno 12 settimane e hanno iniziato solo ora a uscire all’aperto. Dopo essere rimasti nascosti per i primi tre mesi di vita.

di Alessio Pagani

Per tre mesi sono rimasti di fatto invisibili. Nascosti nella loro tana e guardati a vista dai genitori Shala e Isalo. Solo dopo 12 settimane, hanno iniziato ad avventurarsi all’aperto e si sono fatti conoscere. Tra i festeggiamenti di tutti. I tre fratellini di fossa, un maschio e due femmine, rappresentano, infatti, un importante traguardo raggiunto dallo zoo inglese di Chester. Sono i primi del loro genere a essere mai nati nella struttura. Si tratta, infatti, di un animale piuttosto raro e fortemente minacciato al punto che in natura ne rimangono soltanto 2.600 unità. Questi mammiferi, del resto, vivono esclusivamente nelle foreste del Madagascar, ambiente sottoposto a una drastica riduzione a causa della deforestazione selvaggia, sono lontani parenti della mangusta e sono simili a un gatto piuttosto snello. Sono carnivori e dotati di una lunga coda che li aiuta a bilanciarsi quando saltano tra i rami degli alberi, oltre a grandi occhi che consentono loro di vedere meglio di notte quando cacciano prede come lemuri e topi.

«Il loro arrivo nel programma di riproduzione delle specie in via di estinzione ci consentirà di scoprire di più sui comportamenti, dai piccoli fino agli adulti», ha sottolineato Rachael Boatwright, uno dei custodi di questi animali. «Questa è la prima cucciolata di Shala e, sebbene siano ancora molto giovani, i suoi tre piccoli stanno benissimo. Ora sono sicuri di sé mentre imparano ad arrampicarsi sugli alberi e a esplorare insieme, il tutto ovviamente sotto l’occhio vigile della mamma». Con un futuro così a rischio, i fossa sono diventati oggetto di un ambizioso piano di conservazione che riguarda varie strutture protette. «Una sorta di rete di sicurezza che preserva esemplari sani», ha concluso Mike Jordan, direttore dello zoo di Chester, «e diventa sempre più importante alla luce dell’enorme attività di deforestazione in atto nel Madagascar».  

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