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Prima il pet e poi il partner: la felicità secondo la generazione Z

Per i nati tra il 1997 e il 2012, gli affetti più cari sembrano avere un ordine preciso: viene prima il prima il proprio animale e, solo dopo, il partner.

di Lorenzo Sangermano

Scegliere quale parente della famiglia si preferisce è una domanda che nessuno vorrebbe sentirsi rivolgere. Se nella scelta di preferenza si aggiungono anche il proprio cane o il proprio gatto, ecco che la risposta sembra impossibile. Per i nati tra il 1997 e il 2012, la cosiddetta generazione Z, non ci sarebbero invece così tanti dubbi. 

Secondo una nuova ricerca su questa fascia d’età, infatti, per il 36 per cento degli intervistati la gioia che procura il proprio animale da compagnia viene ben prima di quella ottenuta dal partner, votata solo dal 21 per cento.

Realizzata da OpenPoll per conto di Synchrony, la ricerca coinvolge interviste a 2.000 giovani, maschi e femmine, appartenenti alla generazione Z. Di loro si è voluto studiare il rapporto con gli animali da compagnia, su cui fin dai primi pareri hanno stampato un grande “sì”. 

La preferenza non si ferma al piano emotivo, ma si spinge anche a quello economico e finanziario. Il 42 per cento degli intervistati dichiara di risparmiare denaro per spenderlo per il proprio animale piuttosto che per viaggi o cene. Se si considerano invece le risposte dei loro genitori, nati tra il 1965 e il 1980, i sacrifici compiuti nel nome dei propri cani e gatti scende fino a raggiungere il 30 per cento del campione.

Per i membri della generazione Z, i pet da compagnia sembrano essere al centro della felicità. Pur di non rinunciarvi, il 45 per cento di loro sacrificherebbe serate di divertimento con gli amici, abbonamenti a piattaforme televisive satellitari e anche il tempo speso sui social. 

Si può pensare che il risultato dimostri una forma di cinismo verso i propri simili a favore dei pet, ma non è così, e una lettura attenta dei dati lo dimostra. Le preferenze della generazione Z hanno origine da una maggiore attitudine all’empatia verso il mondo in generale e da una sensibilità più forte e strutturata rispetto a quella della generazione precedente. Ciò avviene ad esempio per l’attenzione reale verso l’ambiente, che per il 44 per cento dei giovani (i dati si riferiscono a quelli statunitensi) corrisponde alla loro maggiore preoccupazione. 

Non è da meno la richiesta e la tutela di tutto il mondo dei diritti, che proprio questa generazione ha portato alla ribalta negli ultimi anni. Alla sua base, infatti, i giovani pongono specifici valori, come la gentilezza e il rispetto per gli altri, considerati dall’85 per cento del campione requisiti indispensabili per i leader del futuro. Diritti che, anche nel mondo animale, non possono mancare. 

Da Harvard un’altra ricerca ha anche stabilito che il 70 per cento dei giovani ha a cuore le sorti del pianeta nella sua globalità, di cui le sofferenze dei propri compagni a quattro zampe sono una parte determinante.

(Foto d’apertura: IPA)

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