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Perché i gatti litigano fra loro

Paura, malesseri ma soprattuto dominio territoriale: tre ipotesi da approfondire quando il felino diventa aggressivo. È importante osservare il comportamento e mettere in atto piccoli accorgimenti per riequilibrare la convivenza.

di Redazione

I gatti sono animali molto territoriali e questa loro natura può scatenare tra due o più esemplari schermaglie e litigi. Le motivazioni per cui i gatti litigano con i propri simili sono diverse. Alcuni studiosi sostengono che l’aggressività, seppur faccia parte dell’indole predatoria dei felini, possa essere scatenata da fattori non sempre semplici da individuare: tra questi anche il dolore e la paura. I mici, infatti, tendono a non volersi mostrare in difficoltà: quando stanno male si isolano, smettono di giocare e, se un altro gatto prova ad avvicinarsi, lo aggrediscono per allontanarlo. Anche la paura scatena la stessa reazione: pelo dritto, schiena curva, pupille dilatate e soffi. Tutti comportamenti tipici di un gatto che si sente, in qualche modo, minacciato.

Abbiamo chiesto al veterinario Albano Rovati della clinica Sambuco di Milano perché i gatti litigano e a volte si aggrediscono, e quali siano le cause e quali gli accorgimenti da adottare. «I gatti sono soliti litigare per il territorio. Generalmente quelli che vivono in casa sono sterilizzati, ma quando non lo sono la situazione si esaspera. All’interno dell’appartamento ci sono ambienti in cui un gatto preferisce stare da solo e, quando un altro si avvicina, lo manda via aggredendolo. È difficile però che avvenga una prevaricazione violenta tale da causare traumi importanti». 

L’ansia da coabitazione tra felini non è rara: i gatti vedono i propri simili come potenziali rivali e ci vuole tempo affinché si abituino alla convivenza e alla condivisione degli spazi. Un’accortezza da tenere a mente se si ha già un gatto e se ne vuole prendere un secondo, è quella di fare entrare in casa il nuovo micio con qualche attenzione. Dividere gli spazi riservati ai due gatti è importante: ciascuno dovrebbe avere la propria lettiera, i propri giochi e la propria ciotola. In questo modo nessuno dei due si sentirà minacciato dall’altro e il gatto che già c’era non percepirà che i suoi spazi sono stati invasi dal nuovo arrivato.

Il veterinario Rovati spiega però che questo non sempre basta e, talvolta, nemmeno serve: «Avere lettiere diverse non significa automaticamente evitare litigi. Si tratta di una questione differente: i gatti sono animali schizzinosi, che non vogliono condividere la propria lettiera con nessuno, quindi se questa è sporca tendono a fare i bisogni altrove, senza entrare nella lettiera del “rivale”; perciò non litigano per questo motivo».

«Bisogna fare poi una distinzione tra le liti che avvengono in giro, nel vicinato o per strada, e quelle d’appartamento», continua il veterinario. «Se il gatto esce e incontra gatti di strada, bisogna stare attenti: i randagi possono essere portatori di patologie come la leucemia virale o l’Aids e questo può costituire un pericolo. È, infatti, molto importante vaccinare i gatti. Invece, quando la lite avviene tra due gatti che abitano nello stesso appartamento, è raro che si provochino l’un l’altro lesioni gravi. Al massimo, se si graffiano e le unghie sono infette, si possono sviluppare ascessi sulla testa, intorno alle guance e sulle orecchie. Ma niente di preoccupante».

Qual è dunque un suggerimento efficace? «Una buona soluzione sono gli erogatori di feromoni: sono inodori, non tossici e sono utili per calmare il gatto e ricreare un ambiente psicologicamente armonioso. Questi diffusori si attaccano alla presa di corrente e diffondono sostanze di sintesi che simulano le sostanze ormonali prodotte naturalmente dai felini, dando tranquillità all’animale». 

Sarà comunque soprattutto l’abitudine alla convivenza a riportare la pace tra i gatti di casa.

(Foto d’apertura: IPA)

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