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Nel Varesotto l’Epifania fa rima con i cammelli… di pasta sfoglia 

È il giorno dell’anno in cui in tutta la provincia di Varese si mangiano questi dolci dalla forma esotica. Un vero e proprio classico che ha una storia molto curiosa. Provatelo con noi.

di Alessio Pagani

A Varese l’Epifania ha la forma delle gobbe. Quelle dei cammelli. Pasticcerie e panetterie di tutta la provincia finiranno in giornata le consegne dei loro cammelli, tipico dolce varesino del 6 gennaio. Realizzati in pasta sfoglia zuccherata sono un classico delle tavole del Varesotto nei giorni intorno all’Epifania ma, circostanza più unica che rara, sono sconosciuti appena fuori provincia. Eppure il loro gusto è capace di conquistare chiunque abbia avuto l’occasione di assaggiarne uno.  

La creazione dolciaria rappresenta il tributo ai Re Magi che, secondo la tradizione, arrivarono a rendere omaggio a Gesù Bambino proprio il 6 gennaio, ma fa riferimento anche a un episodio storico, per quanto leggendario. Secondo quanto si tramanda in tutta la zona, infatti, il tipico dolce di pasta sfoglia trova le radici nel passaggio del Barbarossa dalla Città Giardino. Anche se le origini del cammello di pasta sfoglia non sono del tutto chiare, i pasticceri di Varese concordano sul fatto che possano essere ricondotte alla spiritualità del viaggio dei Re Magi. Secondo la leggenda le reliquie dei Magi vennero rubate da Federico Barbarossa nella chiesa di Sant’Eustorgio a Milano e nel viaggio verso la Germania – dove furono donate all’arcivescovo di Colonia – fecero una sosta a Varese.  

Da qui la dolce creazione, pensata per ricordare questo passaggio. Iniziata in sordina, ha poi dato vita negli anni a una tradizione unica e molto sentita, che nel tempo si è arricchita: oggi, rispetto al passato, i cammelli vengono, infatti, prodotti in varianti diverse, farciti di crema, panna, marmellata o frutta.

Se vi è venuta voglia di assaggiare i cammelli dell’Epifania, non vi resta che seguire la videoricetta che vi suggeriamo. Buona Befana a tutti!

(Foto d’apertura: @ursula_blog)

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