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Nazca, tra i 168 nuovi geroglifici spiccano gli animali 

Lo studio effettuato da un team congiunto di archeologi peruviani e giapponesi raccoglie i dati ottenuti negli ultimi tre anni dall’analisi di foto aeree, satellitari e riprese dei droni. Molte le figure che rimandano alla natura.

di Alessio Pagani

Grandi pesci, come balene. E poi uccelli, mammiferi come scimmie e insetti. Stilizzati, alcuni con il classico tema a spirale al loro interno. Sono queste alcune delle novità principali legate alla scoperta di ben 168 nuovi geoglifi nella pianura di Nazca, nel sud del Perù. Un’area famosa nel mondo per le sue “linee”, ovvero giganteschi disegni tracciati sul terreno.

Lo studio effettuato da un team congiunto di archeologi peruviani e giapponesi è stato pubblicato nel mese di dicembre e raccoglie i dati ottenuti negli ultimi tre anni dall’analisi di foto aeree, satellitari e rilievi realizzati tramite l’ausilio di droni. Dunque, le nuove figure scoperte si aggiungono alle quasi 200 già note e censite. Scopo ultimo di questa intensa attività di mappatura è consentire la preservazione e valorizzazione di questo importante tassello della storia dell’umanità. Le linee di Nazca, infatti, sono dal 1994 incluse nella Lista dei patrimoni dell’umanità Unesco. 

È ormai consolidata, infatti, l’idea che i geoglifi del Perù meridionale siano stati realizzati dalle popolazioni indigene della civiltà Nazca che vissero e prosperarono in queste aree tra il III secolo a.C. e il VI secolo d.C. A conferma di questa interpretazione è la presenza di grandi quantità di vasellame decorato con gli stessi motivi che si ritrovano nei geoglifi rinvenuto in tutta. Tra le nuove figure scoperte, possono riconoscersi, circa 100 geoglifi geometrici e circa 70 figure di uomini e animali. Come per l’appunto  uccelli, orche o balene, gatti e serpenti e scimmie.

Le spiegazioni possibili sulla funzione di queste gigantesche figure si sono alternate nel corso dei decenni, ma l’ipotesi più comune vuole che queste figure siano state realizzate proprio per essere osservate dal cielo, e quindi dagli dei. Un’altra ipotesi, invece, riconduce le figure a scopi astronomici e rituali e mette in relazione il loro posizionamento a quello stelle. Le stesse che si trovavano sopra Nazca all’epoca della creazione di queste “linee”.  

(Foto d’apertura: IPA)

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