Lotta contro il tempo per salvare il beluga nella Senna
Le speranze di riportare in mare il cetaceo sono pochissime. Rifiuta il cibo ma per ora l’eutanasia è esclusa.
di Alessio PaganiÈ un dramma che si aggrava ora dopo ora. Le speranze di salvare il beluga malnutrito che ha risalito la Senna si sono ridotte ormai al lumicino, ma i soccorritori hanno dichiarato di aver escluso per il momento l’eutanasia. Il cetaceo bianco è stato avvistato per la prima volta lo scorso martedì nel fiume che attraversa Parigi fino alla Manica e da allora si sono susseguiti i tentativi di reindirizzarlo verso le acque aperte e salate. Da venerdì, però, si trova tra due chiuse a circa 70 chilometri a nord della capitale francese. Ma lasciarlo nell’acqua calda e stagnante per gli esperti non è più possibile. «L’animale deve essere spostato entro le prossime 48 ore o non sopravviverà». Poche, in ogni caso, le sue speranze di salvezza, anche se al momento l’opzione dell’eutanasia è stata esclusa.
Il beluga, infatti, ha ancora energia, gira la testa, reagisce agli stimoli. È però fortemente denutrito e nonostante i soccorritori abbiano provato a dargli da mangiare aringhe congelate e poi trote vive, ha rifiutato il cibo. «La sua inappetenza è sicuramente un sintomo di qualcos’altro, una malattia», spiegano gli esperti. Un’altra opzione che si sta valutando è quella di togliere il beluga dall’acqua, dargli delle vitamine, verificare la causa della malattia e rimandarlo in mare per nutrirsi. Ma non è così semplice.
Beluga dans la Seine
L’animal ne s’alimente toujours pas malgré les stimulateurs d’appétit utilisés par les vétérinaires. Bien que très amaigri, il est alerte et dynamique. Une euthanasie est donc écartée à ce stade et un rapatriement en mer est à l’étude. pic.twitter.com/DtNEMF2UCd — Sea Shepherd France (@SeaShepherdFran) August 7, 2022
(Foto d’apertura: IPA)
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