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Leo, il cocker cieco campione di caccia di tartufi 

Il cane di Lorenzo Tanzi ha perso la vista da più di un anno, ma non hai mai smesso di andare per boschi perché la “trifola” per lui è una missione. E il suo fiuto è proprio fenomenale.

di Alessio Pagani

Ha perso la vista da oltre un anno, ma il naso e un olfatto super gli consentono ancora di andare a tartufi con l’amico di sempre, il proprietario esperto “cavatore” che non l’abbandona mai. È una storia straordinaria di affetto fra uomo e animale quella che arriva da Città di Castello, in Umbria. Protagonisti, Leo un cocker spaniel campione nella ricerca del tartufo, e Lorenzo Tanzi, 69 anni, insegnante tecnico pratico per le esercitazioni agrarie, ora in pensione, esperto e storico divulgatore dell’affascinante mondo che ruota attorno alla secolare tradizione della “trifola” e ai suoi protagonisti: i “cavatori” e i cani.

Oltre mezzo secolo trascorso su e giù per i boschi e le colline dell’Altotevere con il vanghino in spalla e il cane al guinzaglio, Tanzi ha scritto anche un libro su questa mitica figura: “Il tartufaio, un uomo, i suoi cani, i tartufi”, edito Petruzzi Editore, già alla seconda ristampa. La storia di Leo, però, è se possibile ancor più straordinaria e inizia nell’agosto del 2012. «I miei figli, Daniele e Valentina, da tempo volevano regalare un cagnolino alla mamma Graziella. Quando sono venuti a conoscenza che un nostro cugino che abita a Perugia aveva disponibili alcuni cuccioli di cocker spaniel, hanno deciso di acquistarne uno. Così Leo è entrato nella nostra famiglia: piccolo e magrolino, ma con due occhi tanto vivaci ha conquistato subito l’affetto di tutti e visto che i nostri cani sono stati addestrati per la ricerca dei tartufi, abbiamo deciso di provare anche con lui». E quel cucciolo sembrava nato proprio per la “trifola”.

Con il tempo Leo ha acquisito anche una cerca meticolosa che gli ha sempre permesso di individuare i tartufi appena emanavano un debole profumo. Nel mese di luglio dello scorso anno però ha iniziato a manifestare segni di difficoltà nell’individuare gli ostacoli durante la cerca, in particolare alle prime luci del mattino. Così si è deciso di effettuare una serie di accertamenti. «Ho deciso di farlo visitare presso la clinica veterinaria dell’Università di Perugia dal professor Arcelli», racconta Tanzi, «e purtroppo la diagnosi effettuata dal professore parlava chiaramente di “malattia degenerativa della retina di origine genetica non curabile ” in ambedue gli occhi». Leonardo e Leo, però, non si danno per vinti. Anzi, insieme, decidono di continuare a cercare i tartufi. Con l’aiuto di una cordicella attaccata al collare per trattenerlo in presenza di ostacoli, Tanzi ha continuato a impiegare il cocker per la “caccia” al tartufo. «Come speravo, l’olfatto di Leo è rimasto inalterato così come la sua grande passione. Malgrado le difficoltà oggettive riesce ancora a svolgere al meglio il suo lavoro. Ci concentriamo sui terreni con pochi cespugli o altri ostacoli che possano dargli fastidio, ma non abbiamo mai smesso». Sempre insieme, sempre all’insegna dell’amore tra uomo e cane.   

(Foto d’apertura: @cdcnotizie)

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