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Le piante da appartamento tossiche per cani e gatti

Quasi tutte le piante sono nocive per i nostri quattrozampe, bisogna quindi fare molta attenzione se si decide di tenerle in casa.

di Redazione

Le piante sono un ottimo elemento decorativo per l’appartamento: donano un tocco di colore, purificano l’aria, riducono lo stress e sono eleganti, ma se si hanno animali in casa bisogna fare molta attenzione. Molte piante sono velenose per cani e gatti e possono essere persino letali. 

«Le piante nocive sono tante, quasi tutte direi. Quando si hanno animali domestici bisogna tenerne conto. In appartamento noi abbiamo principalmente piante tossiche, quindi in teoria sarebbe meglio non tenerne», spiega la dottoressa Francesca Mussinelli, direttrice sanitaria della clinica San Martino di Castelletto Ticino e membro del comitato scientifico di PetMe.

Fare una lista delle piante nocive per gli animali è impossibile, perché sono tantissime, si fa quindi prima a elencare quali sono le piante non tossiche. «Il consiglio è sempre di informarsi prima di portare a casa le piante. Bisogna proprio stare attenti, tante piante hanno sostanze che danno problemi cardiaci o epatici, ma non solo», continua la veterinaria. «Ad esempio, il ficus beniamino che quasi tutti hanno in casa è estremamente tossico. La stella di Natale è addirittura mortale per i nostri quattrozampe e molta gente non lo sa. L’oleandro, che si ha facilmente in casa, è velenoso. Le piante più comuni sono quasi tutte tossiche, anche le liliacee, le ortensie e le azalee. Un’altra pianta molto pericolosa è la cycas, i suoi semi sono mortali», spiega Francesca Mussinelli. 

Un altro aspetto importante riguarda quelle piante che, in natura, non sono tossiche per gli animali, ma che se vengono trattate diventano velenose. «Se la pianta non è di per sé tossica ma viene trattata, quel trattamento può essere nocivo se l’animale si avvicina. Un pericolo cui le persone non pensano, ad esempio, è il sottovaso: qui l’acqua tossica arriva e l’animale va sicuramente lì a bere. Non basta dire “lo metto sul tavolo”, perché il gatto sale tranquillamente se decide che vuole scoprire cos’è quel buon profumo», commenta Francesca Mussinelli. «Soprattutto gli animali che non sono abituati a vivere all’esterno sono più curiosi e tendono ad avvicinarsi più facilmente. La pianta in casa è magari l’unica che vedono nella loro vita, quindi diventa il centro della loro attenzione».

Se il cane o il gatto mangiano una pianta, anche solo una piccola foglia, bisogna parlarne con il veterinario per capire la gravità della situazione. Ci sono tossicità che si manifestano subito e altre, invece, che si manifestano anche dopo 24/48 ore. 

«Ci sono i centri anti veleni, come ad esempio quello del Niguarda di Milano, che rispondono non solo per le persone ma anche per gli animali: sanno dire che tossicità ha la pianta che l’animale ha mangiato. Se si ha il dubbio si può chiedere se la pianta è velenosa, ma bisogna essere il più precisi possibile nello spiegare che tipo di pianta l’animale ha mangiato», consiglia Mussinelli. «I sintomi più frequenti possono essere problemi gastroenterici, ma nei casi più gravi anche cardiaci ed epatici. Mi è capitato di dover curare una gatta che aveva ingerito alcune foglie da un mazzo di fiori e ha poi sofferto di una insufficienza epatica gravissima. Quindi questo discorso di estrema prudenza vale anche per i fiori recisi», conclude la veterinaria. 

(Foto d’apertura: IPA)

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