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L’aquila Leopoldo torna a volare

Dopo quasi sei mesi di cure e una delicata riabilitazione il rapace soccorso dopo essere stato avvelenato ha ripreso la via del cielo. Ora è libero e monitorato da un sistema GPS.

di Alessio Pagani

Avvelenato, probabilmente con il topicida, salvato e rimesso in libertà dopo una lunga riabilitazione. Leopoldo, maschio di aquila reale, ha così potuto scrivere un lieto fine al termine della sua disavventura. Merito della sensibilità dei cittadini e dell’impegno del Centro Tutela Fauna Monte Adone, di Sasso Marconi, in provincia di Bologna, le cui azioni hanno salvato la vita a questo raro rapace. Basti pensare che in Italia se ne contano soltanto circa 500 coppie.

Il giovane animale era stato segnalato nell’agosto 2022 ai volontari del Centro da una famiglia bolognese: non riusciva a volare e dai primi accertamenti aveva un trauma al collo e sintomi da avvelenamento da topicida. I primi accertamenti effettuati presso la Clinica Veterinaria Levante di Bologna hanno rivelato che le sue condizioni erano critiche: l’aquila era fortemente sottopeso, aveva subito un trauma al collo, le analisi ematiche registravano un’importante anemia e un avvelenamento da rodenticidi (veleni per topi).

Così il volatile è stato ricoverato e subito ribattezzato Leopoldo: è stato sottoposto a un periodo di cure intensive con fluidoterapia e trattamenti specifici giorno e notte per risolvere l’avvelenamento. Durante tutto il periodo di degenza Leopoldo è stato seguito dallo staff veterinario del Centro, in stretta collaborazione con il dottor Michel Mottini, medico veterinario valdostano con una consolidata esperienza nella cura delle aquile reali.

Leopoldo ha risposto fortunatamente molto in fretta alle terapie: già dopo la prima settimana, infatti, ha mostrato grande appetito e giorno dopo giorno ha recuperato velocemente forza e peso. Durante la sua degenza sono state necessarie continue analisi di controllo dei valori ematici: l’obiettivo era ridurre al minimo il suo periodo di permanenza affinché potesse tornare libero quanto prima. Restava però la difficoltà di riabituarlo al volo: così si è resa necessaria la costruzione di un’ampia voliera che il Centro si è impegnato a realizzare in pochissimo tempo.

Trascorsi alcuni giorni in voliera, accertata la piena ripresa, a distanza di 3 settimane dal recupero l’aquila è stata rilasciata in natura. Grazie alla collaborazione con ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), prima del suo rilascio il giovane uccello è stato dotato di un anello di riconoscimento, sono state effettuate misurazioni biometriche e, vista l’unicità del recupero, grazie alla collaborazione con l’Istituto tedesco Max Planck, lo hanno “attrezzato”  anche di un trasmettitore GPS per monitorarne gli spostamenti. I dati già raccolti sono incoraggianti: nei primi due mesi Leopoldo ha sorvolato 4 regioni coprendo una distanza di oltre 1.300 chilometri e in diverse occasioni è stato osservato in natura in ottime condizioni.

(Foto d’apertura: https://centrotutelafauna.org)

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