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La chiave dell’intelligenza dei polpi è la stessa degli esseri umani 

In comune abbiamo un gruppo di piccole molecole di Rna nel tessuto nervoso. E questo garantisce agli animali della famiglia dei cefalopodi notevoli abilità cognitive.

di Alessio Pagani

Si dice che i polpi, i calamari, le seppie, siano animali molto intelligenti e adesso abbiamo qualche risorsa in più per confermarlo. È stata trovata, infatti, la probabile chiave delle grandi abilità cognitive di questi animali ed è una caratteristica che hanno incredibilmente in comune con gli esseri umani: si tratta del vasto repertorio, osservato all’interno del tessuto nervoso, di piccole molecole di Rna, il parente a singola elica del Dna implicato in vari ruoli biologici di codifica, decodifica, regolazione ed espressione dei geni. La scoperta, pubblicata sulla rivista Science Advances e guidata dal Centro tedesco Max Delbrück, rende questi molluschi un’eccezione unica tra gli animali invertebrati, poiché possono ricordare informazioni, riconoscere le persone e forse perfino sognare. I polpi addirittura possiedono sia un cervello centrale sia un sistema nervoso periferico, che agisce indipendentemente.

I ricercatori si sono a lungo chiesti il perché di questa peculiarità e ora il gruppo guidato da Nikolaus Rajewsky potrebbe aver trovato la risposta: proprio le piccole molecole di Rna, note come microRna. Queste strutture influenzano in particolare la produzione di proteine e in alcuni cefalopodi se ne è evoluta una grande varietà, quasi quante le centinaia prodotte dal Dna umano. «È la terza più grande espansione delle famiglie di microRna nel mondo animale e la più grande al di fuori dei vertebrati», commenta Rajewsky. «Per dare un’idea del livello di questa espansione, altri molluschi come le ostriche hanno acquisito solo cinque nuove famiglie di microRna da quando si sono separate dall’antenato comune che hanno condiviso con i polpi, mentre questi ultimi hanno evoluto 90 nuove famiglie». 

(Foto d’apertura: IPA)

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