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Intelligenza felina, i gatti capiscono se “parliamo” con loro 

La prova arriva da un esperimento condotto dai ricercatori dell’Università di Parigi-Nanterre. I mici hanno reazioni precise quando il padrone si rivolge a loro, e lo dimostrano modificando di conseguenza il proprio atteggiamento.

di Alessio Pagani

Quando si dice intelligenza felina. I gatti capiscono, infatti, se il padrone si rivolge a loro oppure a una persona. E ci riuscirebbero interpretando il tono della voce. Se invece a pronunciare le parole è un estraneo, i mici non cambiano comportamento, come se non fossero minimamente interessati alle sue parole. È quello che dimostra un esperimento pubblicato sulla rivista “Animal Cognition” dai ricercatori dell’Università di Parigi-Nanterre, guidati da Charlotte de Mouzon. Lo studio ha valutato la reazione di 16 gatti all’ascolto della voce preregistrata del padrone o di un estraneo. E ciò che è emerso lascia poco spazio ai dubbi: 10 gatti su 16 hanno mostrato scarsa reattività quando si sentivano chiamare per nome da un estraneo, mentre quando a chiamarli era la voce del padrone cambiavano completamene atteggiamento. In dettaglio, drizzavano le orecchie, dilatavano le pupille e cominciavano a muoversi nella stanza. Secondo i ricercatori, questo comportamento dimostrerebbe che i gatti sanno distinguere le voci. 

Nella seconda parte dell’esperimento, invece, ben 8 gatti su 10 gatti hanno mostrato un aumento della loro reattività quando hanno sentito le parole del padrone rivolte a loro rispetto a quelle rivolte a una persona. Al contrario, nessun cambiamento è stato notato nel loro comportamento quando era un estraneo a modificare il tono per parlare con loro invece che con un soggetto umano. Sebbene il campione preso in esame sia troppo esiguo per trarre conclusioni generali, secondo i ricercatori questi primi indizi suggeriscono l’importanza del tono di voce per la formazione di un forte legame tra il gatto e il suo proprietario.  

«È noto che il tono umano varia a seconda del soggetto cui è diretto il discorso, per esempio cambia quando si parla con un bambino o con un cane. In studi precedenti era già stato dimostrato che il tono del linguaggio umano cambia anche quando è diretto ai gatti, ma nessuno si era mai chiesto se i gatti lo capissero», ha sottolineato la dottoressa Charlotte de Mouzon, coordinatrice dello studio. «Noi, invece, abbiamo osservato che non solo sono in grado di intenderlo, ma che i gatti possono distinguere anche quando il loro proprietario sta parlando con un tono diverso dal solito, tant’è che in quel caso non mostrano alcuna reazione».

(Foto: IPA)

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