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Iniziati i lavori del ponte per animali selvatici più grande del mondo

Sorgerà in California, sopra la Highway 101 e le sue dieci corsie. Costerà 90 milioni di dollari e salverà i puma dalla scomparsa.

di Alessio Pagani

Sorgerà in California, sopra la Highway 101 e le sue dieci corsie. Costerà 90 milioni di dollari e salverà i puma dalla scomparsa.

Un ponte speciale. A misura di animale selvatico. È questo il cuore del più grande corridoio ecologico al mondo che sorgerà in California, tra le montagne di Santa Monica. Pensato per connettere habitat naturali diversi tra loro, garantirà alla fauna selvatica la possibilità di spostarsi senza correre alcun rischio. Il Wallis Annenberg Wildlife Crossing, come è stato nominato il sovrappasso, è, in pratica, un enorme cavalcavia progettato per fare in modo che gli animali attraversino in sicurezza la Highway 101 e le sue dieci corsie. Costerà 90 milioni di dollari (circa 83 milioni di euro), coperti per quasi il 60% da donazioni – tra cui quelle della Fondazione Annenberg e della Leonardo DiCaprio Foundation, organizzazione del famoso attore hollywoodiano – e sarà completato entro il 2025. L’imponente passaggio sopraelevato – lungo 65 metri, largo 50 e coperto da vegetazione locale e pareti per isolarlo dalle onde sonore e luminose – è stato ideato nel 2015 da Caltrans (California Department Transportation) e dalla National Wildlife Federation e i lavori per la sua realizzazione sono iniziati da alcuni giorni. Grazie a questo progetto, numerose specie animali verranno salvate e protette: linci rosse, coyote,  cervi e rettili avranno la possibilità di muoversi in sicurezza. Così come il puma, uno degli animali simbolo degli Stati Uniti.

Chiamato anche “leone di montagna” oggi è minacciato proprio dalla perdita di habitat e dal traffico automobilistico. I felini che abitano la zona delle alture di Santa Monica, infatti, sono in gran parte isolati a causa delle autostrade che fanno da barriere al loro movimento nella regione. Il nuovo corridoio ecologico, così, punta a essere un passaggio sicuro per loro, in grado di connettere la piccola popolazione di leoni di montagna di questa zona californiana con quelle più numerose e geneticamente diverse delle aree più a nord. Senza comunicazione e una variabilità genetica normale, infatti, i puma potrebbero sparire da questi luoghi entro 50 anni. Ecco perché il ponte ecologico è già diventato una speranza per la natura. E un simbolo. Perché, come ha sottolineato la filantropa Wallis Annenberg, tra i principali finanziatori del progetto con la sua fondazione, «dimostrerà che possiamo coesistere fianco a fianco con tutti i tipi di animali selvatici invece che soffocare la loro sopravvivenza».

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