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Indagini sull’uccisione di 4 tartarughe giganti delle Galapagos 

Si sospetta che siano state cacciate per il consumo alimentare. In azione una task force dell’Unità per i Crimini Ambientali e Naturali dell’Ecuador.

di Alessio Pagani

Quattro tartarughe giganti uccise alle Galapagos non sono un normale crimine contro la natura. Ma un vero e proprio attacco a uno dei paradisi naturalistici più preziosi. Per questo, non appena diffusa la notizia, l’ufficio del procuratore dell’Ecuador ha annunciato l’avvio delle indagini. Al centro delle investigazioni proprio la presunta caccia alle tartarughe giganti, un fragile patrimonio dell’umanità. «Sospettiamo episodi di caccia nel complesso di zone umide del Parco Nazionale delle Galapagos», ha fatto sapere, attraverso il suo profilo Twitter, proprio la procura generale.

Al lavoro una vera e propria task force dell’Unità per i Crimini Ambientali e Naturali (Uidmen) dell’Ecuador, incaricata di raccogliere le testimonianze dei funzionari del parco nazionale e di nominare esperti per condurre le necroscopie sui resti dei rettili. Da quanto finora emerso sembra che le quattro tartarughe giganti, la cui specie non è stata resa nota, siano state uccise nelle zone umide dell’isola Isabela, la più grande tra le Galapagos, situata a 1.000 chilometri dalla costa dell’Ecuador, nel cuore dell’Oceano Pacifico. Gli inquirenti starebbero indagando in una direzione precisa, ovvero l’uccisione per scopi alimentari, anche se al momento non escludono nessuna altra pista.  

(Foto d’apertura: @gabriel_._aguilar)

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