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Il quoll australiano, che per riprodursi non può dormire 

Piccolo marsupiale che assomiglia un po’ a un felino, il quoll assicura la sua stirpe con una tecnica molto particolare: non dormendo mai, e quindi rischiando di morire.

di Lorenzo Sangermano

Esiste un piccolo animale in continuo movimento, che saltella senza sosta sulla terra rossa australiana e tra le foreste pluviali della Nuova Guinea. È il quoll, un marsupiale dalle sembianze che ricordano quelle di un gatto, ma con il muso allungato e il pelo maculato. Con un peso tra un chilo e mezzo e i tre chili, è considerato un superpredatore, ma tra le sue caratteristiche una in particolare accende la curiosità: il quoll maschio, infatti, non dorme mai.

Mentre le femmine alternano la veglia e il sonno, i giorni del maschio trascorrono senza alcun momento di riposo. Per sfruttare al meglio la propria unica stagione riproduttiva, l’esemplare non può permettersi infatti alcuna “distrazione” e ogni momento va colto. Proprio per questo il maschio decide di privarsi di ogni forma di riposo durante questi mesi. La fatica è tale, però, da indurlo a una forte perdita di peso e che può addirittura ucciderlo. Il suo umore assume un tono aggressivo e la prudenza lascia spazio a un istinto indomito, che di pericoli non ne vuole sentire.

Le femmine, invece, possono contare su quattro stagioni riproduttive e vivono dunque un’esistenza meno “frenetica”.  Secondo uno studio pubblicato su Royal Society Open Science, nei quoll tra maschi e femmine il comportamento sarebbe differente ancor prima della riproduzione. Infatti gli esemplari, studiati grazie a un piccolo zaino localizzatore, trascorrono la giornata con abitudini diverse. I maschi camminano di più, coprono distanze maggiori e trascorrono meno tempo riposandosi.

Due esemplari messi sotto osservazione, Moimoi e Cayless, hanno percorso in una sola notte 10 chilometri, che corrispondono allo sforzo di una maratona per un essere umano. Le femmine invece hanno una maggiore abilità nel cercare cibo e nella fuga, rendendo difficile per i predatori riuscire a catturarle. 

Secondo i ricercatori, la bizzarra abitudine del quoll maschio potrebbe non essere però riservata alla sua specie. Il dubbio infatti è che questa pratica possa essere condivisa anche con la famiglia dei Dasiuridi, di cui fanno parte il diavolo della Tasmania e gli opossum. Infatti secondo Joshua Gaschk, uno dei ricercatori che ha curato lo studio, «gli opossum della Virginia (Didelphis virginiana) subiscono un cambiamento fisiologico simile ad altre specie similari ma non subiscono la morte, mentre i diavoli della Tasmania (Sacrophilus harrisii) subiscono una perdita di condizioni simile e una ridotta immunocompetenza».

(Foto d’apertura: IPA)

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