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Il levriero di Città Di Castello entra nella storia della cinofilia

Gli esemplari di Azawakh più belli del mondo sono allevati in Italia a Città di Castello. Dal 2006 gli Azawakh di Villa Zampini sono campioni mondiali.


di Redazione

Si chiama Azamour Anbar, è una femmina, ed è il primo esemplare di levriero Azawakh, allevato in Italia, ad aver vinto per tre volte il premio come migliore cane di razza all’Esposizione Canina di Westminster a New York. Si tratta dell’evento più importante del mondo. La campionessa di Città di Castello è la più premiata nella storia della sua razza. Al concorso, Azamour è stata giudicata dal messicano Juan Miranda Suacedo e presentata dal top degli handlers americani, Christian Manelopoulos. Già vincitrice di cinque Best in show e sette Raggruppamenti Hounds, la principessa del deserto è stata dichiarata la più bella del mondo.

Grandissima la soddisfazione e l’orgoglio per i proprietari Pippi e Patrick Guilfoyle. Gli allevatori Francesca Zampini e Patrizio Palliani, emozionati, hanno dichiarato: «È un grande onore per la cinofilia italiana e europea, per il nostro allevamento e per Città di Castello, che ci ha sempre fatto sentire affetto e vicinanza a partire dalle istituzioni». Un ulteriore prestigioso risultato che consegna alla storia della genealogia mondiale l’allevamento Azamour, una delle eccellenze italiane. Anche il sindaco della città e l’assessore allo sport hanno sottolineato la portata mondiale di questo risultato storico di assoluto rilievo internazionale.

L’Azawakh è una razza canina rarissima che fa parte della famiglia dei levrieri: gli esemplari vengono chiamati infatti “principi del deserto”. Agili e indipendenti, gli Azawakh sono molto apprezzati anche per la loro elegante bellezza. La razza, di origine africana, fu allevata per lunghi anni dalla tribù dei tuareg del Sahara meridionale, con lo scopo di far inciampare le gazzelle in modo che i cavalieri potessero catturarle. Il nome ha origine dall’omonima valle dell’Azawakh, che si estenda tra Burkina Faso, Niger e Mali.

(Foto d’apertura: @francesca_zampini)

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