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Il gatto Larry mette in fuga una volpe e protegge Downing Street

La scena è stata immortalata dalle telecamere a circuito chiuso della residenza del premier: nel video, pubblicato dai media inglesi, si vede il gattone di 15 anni soffiare e puntare verso l’animale selvatico, costringendolo alla “ritirata”.

di Alessio Pagani

Il suo compito ufficiale sarebbe acchiappare topi e tenerli lontani della residenza ufficiale del primo ministro britannico, il numero 10 di Downing Street. Larry, però, il gatto più famoso del Regno Unito, non si limita a questo. Anzi, la protezione della dimora dagli intrusi è per lui una missione totalizzante.

Al servizio della nazione

Nonostante i suoi 15 anni d’età, questo soriano non teme, infatti, di dare il proprio contributo in difesa della nazione. Pur dividendo la casa con i primi ministri britannici che si susseguono alla guida del Regno Unito, Larry è “un impiegato dello Stato“ e come tale ha i suoi doveri cui non si è mai sottratto. Come nei giorni scorsi, quando le immagini delle telecamere a circuito chiuso, riprese da tutti media inglesi, hanno mostrato il gattone pararsi davanti a una volpe che aveva provato ad avvicinarsi troppo al suo territorio. Prima l’ha bloccata, poi ha iniziato a soffiare avvertendola che non avrebbe tollerato un passo in più in direzione di Downing Steet. L’animale selvatico ha così provato a nascondersi tra le piante, ma Larry l’ha immediatamente individuata e, dopo qualche nuovo avvertimento, l’ha costretta alla ritirata.  

È lui l’inquilino più duraturo di Downing Street 

Dopo la nuova impresa si torna così a parlare di questo gatto specialissimo. Del resto sotto i suoi baffi sono già passati quattro primi ministri: gli ex David Cameron, Theresa May e Boris Johnson, più l’attuale Liz Truss, appena insediatasi “al fianco del micio”. Perché lì, come ama dire attraverso il suo ufficio stampa (proprio così!), molto attivo sui social network, il vero padrone è lui: Larry, il solo punto fermo del governo britannico.

Una lunga carriera da “funzionario pubblico” che lo ha visto assistere anche all’addio alla regina Elisabetta e all’insediamento del nuovo sovrano Carlo III. E, con eleganza british e atteggiamo sornione, questo micio continua a far parlare di sé. Ricercato dai fotografi, inseguito dai politici in visita, attenzionato dai media, è stato addirittura citato nel discorso d’addio di Johnson, come esempio di buona volontà. «Dico solo ai miei colleghi che se il mio cane Dilyn e il gatto Larry possono lasciarsi alle spalle le loro difficoltà occasionali, allora può farlo anche il partito conservatore». Peccato però che Dilyn abbia dovuto traslocare in fretta a furia, mentre il gattone sia rimasto placidamente al suo posto.

Del resto, come ama ripetere Larry, attraverso il suo portavoce, «la sola costante sono proprio io». «La prima cosa da ricordare è che io abito qui permanentemente, i politici si limitano a convivere con me finché non vengono licenziati», è il monito del felino. «Prima o poi capiranno tutti che sono io che comando qui».  

Amico di Obama, nemico di Trump 

La sua storia comincia il 15 febbraio 2011 quando il soriano, che allora aveva quattro anni, mise la zampa per la prima volta nella sede del primo ministro britannico. Fece un giro del palazzo e poi si dedicò a una lunga pennichella, non prima di aver sbirciato dalla finestra. Il suo ruolo del resto gli ha sempre imposto di muoversi con discrezione: è l’acchiappatopi ufficiale del regno.

Il vero debutto in società però fu un paio di mesi più tardi, quando, perfettamente ambientato, sfoggiava un elegante papillon con i colori della bandiera britannica in occasione delle nozze tra il principe William e Kate. Di premier in premier, ha poi saputo superare la Brexit a colpi di pose buffe e commenti sfrontati e, grazie alle sue doti, ha fatto sapere Downing Street in una nota, «ha potuto catturare non soltanto i roditori, ma gran parte dei cuori dei cittadini britannici».

Merito anche del suo carattere deciso, che gli ha sempre consentito di farsi valere anche nei confronti dei capi di Stato stranieri. Docile con Barack Obama, si narra di un rapporto decisamente più complicato con i Trump, in visita a Londra nel 2019. Prima con un “agguato” aveva fatto saltare la loro foto ufficiale sulla soglia di Downing Street, poi si era piazzato sotto la limousine presidenziale rifiutando di abbandonare la posizione nonostante gli inviti decisi della sicurezza. Salvo poi sciogliersi il giorno della scomparsa di Elisabetta II. Per lei un semplice grazie, in posa accanto al ritratto della sovrana tanto amata.  

(Foto d’apertura: @companionlifemag)

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