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Il gatto al guinzaglio: un’esperienza piacevole per i mici più curiosi

Mettergli pettorina e guinzaglio e portarlo a spasso è un’abitudine stimolante e di arricchimento per molti felini. Bisogna, però, fare attenzione e sapere che non tutti sono predisposti alla passeggiata in città.

di Redazione

Vedere un gatto al guinzaglio non è più un fenomeno raro, nonostante possa ancora sembrare strano agli occhi di molti. I proprietari di felini si domandano spesso se portarli a spasso possa essere una scelta saggia, o invece stramba.

Innanzitutto, bisogna sapere che portare un gatto al guinzaglio non è assolutamente vietato dalla legge. Inoltre, i felini amano esplorare il territorio, godersi i profumi e i suoni, sono animali intelligentissimi e curiosi. Purtroppo, però, non tutti sono liberi di uscire quando vogliono: i mici che vivono in appartamento, solitamente, non sono abituati a fare passeggiate. Perché a loro dovrebbe essere negato questo piacere? 

Ovviamente, non tutti i gatti che vivono in casa sono adatti alla passeggiata con il guinzaglio, ma dovrebbero almeno avere la possibilità di provare ad avvicinarsi alla natura. Tutto dipende dal carattere dell’animale: se il felino è di indole timido o pauroso molto probabilmente non vorrà uscire; se, invece, è curioso, estroverso o vi segue volentieri ovunque, sarà abbastanza semplice mettergli la pettorina e portarlo a spasso. 

La prima cosa da sapere se si decide di uscire a spasso con il gatto è che il collare non va bene: se lo sfila facilmente, corre il rischio di rimanere impigliato o, addirittura, di ferirsi nel caso in cui strattoni. 

La scelta migliore è optare per la pettorina, che non deve stringere la fascia addominale, ma nemmeno essere troppo larga.

Gli step per abituare il gatto a pettorina e guinzaglio:

1) Far indossare la pettorina in casa, magari premiandolo con uno snack o distraendolo con un pupazzo. L’associazione pettorina-cibo o pettorina-gioco lo renderà di più a suo agio.

2) Una volta che si è rilassato, attaccare il guinzaglio alla pettorina e provare a passeggiare in appartamento. Il contesto familiare e sicuro lo indurrà a muoversi con più fiducia. All’inizio, con molta probabilità, il gatto tenderà a rotolarsi e mettersi pancia sotto: è una reazione istintiva. Pian piano, però, prenderà confidenza e inizierà a camminare.

3) Ripetere la stessa cosa per qualche giorno, facendolo passeggiare in casa per una mezz’oretta: solo così il gatto sarà pronto per esplorare la vita fuori dall’appartamento.

È bene ricordarsi che, a differenza del cane, il gatto non segue il padrone: una volta fuori casa bisogna quindi permettergli di annusare in giro ed esplorare l’ambiente, assecondando i suoi movimenti. Mai strattonarlo o tirarlo per farlo camminare dove vogliamo noi, perché lo indisporrebbe. Per evitare di stressarlo, le prime uscite è meglio che siano brevi e che non avvengano molto lontano da casa. Infine, è sempre meglio evitare strade e luoghi affollati. 

Portare a spasso il proprio gatto, seppur con il guinzaglio e senza lasciarlo totalmente libero, è un’esperienza che asseconda la sua natura avventuriera. Inoltre, quando i felini sono fuori casa diventano molto più riflessivi e attenti rispetto a ciò che li circonda. I benefici che i gatti riscontrano dalle passeggiate sono molteplici e arricchiscono la loro esistenza.

(Foto d’apertura: IPA)

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