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Il Cras di Treviso saluta un piccolo capriolo

Partorito da una delle femmine ricoverate al centro di recupero per animali selvatici è già in ottima forma. Mamma e cucciolo, non appena le condizioni lo consentiranno, saranno liberati insieme e in sicurezza.

di Redazione

C’è un nuovo fiocco al Centro di recupero animali selvatici della Provincia di Treviso. Dove volontari e veterinari hanno salutato l’arrivo di un cucciolo di capriolo, subito ribattezzato Bambi, in attesa di conoscerne il sesso. Il parto è avvenuto dentro la recinzione in cui sono ospitate tre capriole femmine, in attesa di riabilitarsi e infine di essere liberate. Una tra loro era in dolce attesa da parecchio e per questo era stata curata con farmaci adatti alla gravidanza e lasciata il più possibile tranquilla per evitare che lo stress nuocesse al nascituro. Nei giorni scorsi, poi, la sorpresa. Non era, infatti, detto che il parto avvenisse in cattività, ma così è successo. «Non sappiamo ancora se il piccolo sia un lui o una lei», spiegano dal Cras, «ed è una nostra scelta. Proprio per evitare di far agitare mamma e cucciolo con ulteriori esami, ci terremo questo dubbio». L’importante è che entrambi siano in buona salute. Circostanza confermata dai primi rapidi controlli. «Il piccolo capriolo sta bene e già la mattina successiva al parto scorrazzava per la recinzione con la madre sempre al suo fianco. Questo è un ottimo segno e appena sarà possibile, libereremo sia madre che piccolo. Insieme». Avrà così un finale dolce questo soccorso. Cosa per nulla scontata. Le gravidanze delle capriole, infatti, sono complesse. «L’accoppiamento avviene tra luglio e agosto», raccontano dal Cras di Treviso. «Ma normalmente i parti avvengono tra aprile e maggio. Ovvio, quindi, chiedersi come sia possibile che un’animale così piccolo possa far fronte a una gestazione di 290 giorni, ovvero 9 mesi». La particolarità risiede proprio in un trucco, pensato da Madre Natura per garantire le maggior possibilità di sopravvivenza possibile ai cuccioli. «In realtà questo piccolo ungulato, come molti altri animali, nasconde un segreto che permette alle femmine di far fronte a una tipica e comune gestazione di circa 4 mesi senza partorire durante l’inverno. Anche se l’accoppiamento con i maschi rientra tra i mesi di luglio e agosto, l’embrione», spiegano dal Cras, «non inizia a svilupparsi subito, ma va incontro a un periodo di quiescenza di circa 5 mesi, grossomodo fino a dicembre. Questo lungo momento di stasi nello sviluppo è noto come diapausa embrionale e permette un parto tranquillo nei mesi più caldi».

(Foto: Cras Treviso)

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