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I macachi che terrorizzano il Giappone 

A Yamaguchi più di 50 persone sono state attaccate da primati particolarmente aggressivi. Le trappole non hanno funzionato perché gli animali non sembrano interessati al cibo e prendono di mira soprattutto i bambini.

di Alessio Pagani

Non sono gli attacchi temibili e distruttivi della saga cinematografica de “Il pianeta delle scimmie”, ma questo non vuol dire che non ci sia preoccupazione tra gli abitanti di Yamaguchi, una città nel sud-ovest del Giappone. Lì, infatti, diversi passanti sono finiti sotto un insolito tipo di assedio: gli attacchi di un branco di macachi particolarmente aggressivi. E come se non bastasse pare che gli animali stiano prendendo di mira soprattutto bambini e anziani, ma sono oramai diverse anche le segnalazioni di incursioni contro uomini e donne. Dall’8 luglio scorso circa 60 persone sono state attaccate. La situazione è così seria che le autorità cittadine hanno messo in campo un’unità speciale per dare la caccia alle scimmie con trappole e tranquillanti. Senza disdegnare misure ancor più estreme, come l’uccisione di un macaco maschio di quattro anni di circa mezzo metro di altezza, ucciso mentre si aggirava nei pressi di una scuola. Nessuna ferita seria, finora, solo graffi e qualche morsicata, ma a preoccupare è anche il fatto che i primati abbiano iniziato a entrare nelle abitazioni, approfittando delle finestre lasciate aperte. E non perché attratti dal cibo: sarebbero semplicemente spinti a esplorare nuovi territori. Stando agli esperti, interpellati sul caso, «all’origine di questi conflitti potrebbe esserci l’aumento del numero dei macachi: una proliferazione che ha innescato gli scontri con gli uomini nelle zone a ridosso delle lore aree». Le indagini e le verifiche, però, proseguono. Anche perché, normalmente, i macachi giapponese non rappresentano né una minaccia, né un fastidio per l’uomo. Con cui hanno sempre convissuto senza problemi.  

(Foto d’apertura: @mitzyluaries)

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