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I ghepardi tornano a correre in India  

Settant’anni dopo la loro scomparsa dal Paese asiatico, otto di questi velocissimi felini tornano a popolare il Kuno National Park. Per le autorità è il «primo passo verso il loro reinsediamento in pianta stabile».

di Alessio Pagani

L’India ritrova i ghepardi e questi felini ritornano nel Paese asiatico da cui mancavano almeno da settant’anni. Da quando cioè gli ultimi tre furono uccisi da un dignitario locale nel 1947 per poi essere dichiarati ufficialmente estinti cinque anni più tardi. Noti per la loro velocità – sono capaci di toccare i 110 chilometri orari in pochi secondi partendo da fermi e sono i mammiferi più veloci in assoluto –, ci hanno impiegato più del previsto per tornare a casa ma questo solo per colpa dell’uomo.  

Per reintrodurli, infatti, è stato stipulato un accordo con la Namibia e gli esemplari sono stati trasportati in aereo con un obiettivo preciso: creare un primo nucleo di animali nel tentativo di reinserirli stabilmente nell’habitat del Paese. La loro reintroduzione è stato un evento seguito in diretta da quasi tutte le televisioni indiane. I felini sono stati rilasciati nel Kuno National Park, una riserva nazionale a sud della capitale New Delhi, nel Madhya Pradesh, sotto gli occhi incuriositi del premier Narendra Modi. Il governo ha presentato, infatti, il progetto come «un regalo di Modi al popolo indiano e alla natura».

Inseriti nell’elenco degli animali minacciati, sopravvivono in tutto il Pianeta in non più di 7.100 unità. Resistono in gran parte in Africa, mentre sono estinti in tutta l’Asia, tranne che in Iran. Stanno scomparendo sostanzialmente a causa del bracconaggio, della riduzione del loro habitat e della perdita di prede e non è detto che questo tentativo vada a buon fine. Se da un lato il nazionalista Modi, si è detto fiero del «rimpatrio della specie, anche nell’ottica dell’aumento della biodiversità e delle nuove possibilità per l’ecoturismo», dall’altro non sono mancate le critiche. Arrivate soprattutto da parte di naturalisti e biologi che hanno affermano come in «India, senza interventi strutturali, non ci siano ancora le condizioni per garantire un habitat sicuro per questi animali».  

(Foto: @indian_cheetahs)

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