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I gatti sorridono e dimostrano affetto. Ma lo fanno con gli occhi

Lo studio dell’Università del Sussex smonta la proverbiale indifferenza felina. In realtà i mici ci comunicano vicinanza di continuo: lo fanno sbattendo le palpebre o rispondendo così allo stesso gesto compiuto da una persona.

di Alessio Pagani

Gatti indifferenti? Legati solo alla casa e poco ai familiari? Niente affatto. Anche loro, come già ben conoscono gli umani che ci vivono insieme, sono capaci di tenerezze infinite. Ora, però, arriva anche la prova accademica. In un recente articolo comparso sulle colonne della rivista “Scientific Reports”, un gruppo di ricercatori dell’Università del Sussex, nel Regno Unito, ha infatti dimostrato che anche i gatti interagiscono affettuosamente con gli esseri umani. Solo che sono molto meno “ fisici” di noi e dei cani. I felini, infatti,  dimostrano affetto sbattendo le palpebre o rispondendo in questo modo allo stesso gesto compiuto da una persona.

Gli esperti sono giunti a tali conclusioni registrando l’espressione del volto di gatti e padroni e raccogliendo un campione di interazioni. Hanno fatto ricorso a due esperimenti: il primo ha riguardato 21 gatti di 14 famiglie diverse. Coordinati da uno psicologo, ma comodamente a casa loro, i proprietari dei felini hanno iniziato a osservarli rallentando il battito delle ciglia. Così sia i volti degli umani, sia quelli dei gatti sono stati catturati dalle telecamere e i risultati sono stati confrontati con il modo in cui i gatti ammiccano quando non interagiscono con gli umani. Risultato: i felini di casa hanno “risposto” socchiudendo gli occhi dopo che il loro padrone, guardandoli, aveva abbassato lentamente le palpebre.

Nel secondo esperimento sono stati presi in considerazione 24 gatti di 8 case diverse. Questa volta i ricercatori, che non avevano mai interagito prima con i gatti, sbattevano le palpebre invece dei proprietari. E anche in questo caso i mici hanno ricambiato. «Con ogni probabilità», ha sottolineato uno degli autori dello studio, Tasmin Humphrey, «i gatti hanno sviluppato comportamenti di battito di ciglia lento perché gli esseri umani hanno percepito questo gesto come un segnale positivo». Hanno perciò imparato a dimostrare affetto in questo modo, anche se all’inizio lo hanno fatto, probabilmente, in maniera casuale. «Inizialmente il battito lento delle palpebre nei gatti potrebbe essere stato un modo per interrompere uno sguardo fisso e potenzialmente minaccioso nell’interazione sociale», aggiungono i ricercatori. Soltanto dopo sono passati a replicare questo comportamento per dimostrare di essere comunque a loro agio con l’interlocutore.  

(Foto d’apertura: IPA)

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