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I gatti si riconoscono per nome 

L’innovativo studio dell’Università di Kyoto dimostra come i felini imparino a individuarsi dai musi e da come vengono chiamati dagli umani.  

di Alessio Pagani

L’innovativo studio dell’Università di Kyoto dimostra come i felini imparino a individuarsi dai musi e da come vengono chiamati dagli umani.  

I gatti si riconoscono dall’aspetto, in particolare dal muso, e dal nome con cui vengono chiamati. A dimostrarlo è uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Kyoto in collaborazione con altri atenei nipponici, pubblicato nelle scorse ore sulla rivista “Scientific Reports”. Una scoperta che potrebbe aiutare a dimostrare la cognizione linguistica dei gatti e persino a comprendere al meglio le loro relazioni. «Quello che abbiamo scoperto è davvero interessante», conferma Saho Takagi, un ricercatore specializzato in scienze animali all’Università di Azabu, vicino a Tokyo. «Sebbene i felini non sembrino ascoltare le conversazioni delle persone, in realtà lo fanno». L’analisi del team di ricerca è partita, infatti, da un dato di fatto acclarato: al pari degli esseri umani, anche gli animali reagiscono a situazioni inaspettate. Eventi che li inducono a prestare molta attenzione a ciò che sta accadendo per periodi prolungati. Partendo da questo presupposto, gli scienziati sono così riusciti a determinare che i gatti possono effettivamente identificare i nomi dei loro amici felini. Per dimostrarlo, il team di ricerca ha testato un totale di 48 gatti che vivevano in gruppi di tre o più, sia in famiglie normali sia all’interno dei cat cafè. Ai 19 felini ospitati in casa e a 29 nei bar che ospitano anche mici è stato fatto ascoltare il nome di uno dei loro “coinquilini felini” e subito dopo sono state mostrate loro sul monitor le immagini del “proprietario” del nome e di altri gatti. Risultato? I gatti domestici tendevano a fissare lo schermo più a lungo quando il nome chiamato e la foto sul monitor non corrispondevano. Proprio per sottolineare l’errore. Se invece nome e immagini combaciavano, i mici non dimostravano perplessità. I felini del “caffè dei gatti”, invece, non hanno mostrato differenze significative nelle loro reazioni. E questo, hanno spiegato i ricercatori, «perché hanno meno opportunità di ascoltare come vengono chiamati». L’indagine ha anche verificato che i gatti domestici possono distinguere i vari membri della famiglia umana: i mici delle famiglie più grandi, infatti, tendevano a fissare più a lungo le immagini facciali di persone senza nome e sconosciute. Non dimostravano sorpresa, invece, nel guardare i membri della propria famiglia. Ora lo studio proseguirà «per determinare in che modo i gatti possono ricordare i nomi degli altri nella vita quotidiana e fino a che punto capiscono il linguaggio umano». 

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