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I gatti rossi hanno una marcia in più. Parola di scienziati 

Studi accademici suggeriscono che i felini di questo colore risultino più socievoli e familiari al primo impatto con le persone.

di Alessio Pagani

Ci sono Garfield e poi Orangey, il felino che interpreta, il gatto di Colazione da Tiffany. Solo per citare i due più famosi. Razze diverse, ma sfumature in comune: quelle che vanno dal rossiccio all’arancione. Che li rendono speciali. Secondo una ricerca pubblicata sulla rivista Anthrozoös il colore del manto di un gatto ha il potenziale di influenzare la percezione dell’animale agli occhi di un umano. Così un gatto può apparire più docile e un altro gatto può apparire più testardo, solo rispetto alla sua colorazione. Attraverso un sondaggio anonimo, i ricercatori hanno chiesto di osservare cinque gatti, ciascuno dal colore del manto diverso: rosso, bicolore, bianco, nero e tricolore. Soltanto in base all’osservazione delle immagini gli intervistati dovevano esprimere una valutazione sul carattere: «attivo, distaccato, audace, calmo, amichevole, tollerante, intollerante, timido, testardo e addestrabile». È emerso che i gatti considerati più socievoli e simpatici sarebbero proprio i mici rossi o arancioni. A questa tesi si accompagna anche il parere di Gary Weitzmann, capo veterinario della San Diego Humane Society. Il medico afferma che al colore del pelo del felino si colleghino anche dei tratti della sua personalità. 

C’è poi un altro elemento che rende questi felini davvero particolari. Generalmente i gatti rossi sono in prevalenza maschi. Come mai? Il motivo risiede nella genetica: il gene che determina il mantello arancione si trova nel cromosoma X. Così mentre una gatta arancione dovrà ereditare entrambi i geni X arancioni, uno da ciascun genitore, a un gatto maschio rosso basterà ereditare il solo gene X arancione dalla mamma. Il che rende più facile questa impresa.  

(Foto d’apertura: IPA)

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