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Grilli in tavola, dall’Europa via libera al loro utilizzo per snack e alimenti 

L’Unione Europea ha autorizzato l’immissione sul mercato dell’acheta domesticus, il grillo domestico, in farina, congelato ed essiccato, come nuovo ingrediente destinato al consumo umano. Ma Coldiretti chiede chiarezza e solleva interrogativi che riguardano la salute.

di Redazione

Via libera alla polvere di grillo come alimento. Lo ha autorizzato l’Unione Europea, concedendo il semaforo verde all’immissione sul mercato di quello che in gergo scientifico si chiama acheta domesticus, vale a dire il grillo domestico. Sarà possibile, infatti, utilizzarlo in polvere parzialmente sgrassata come nuovo alimento.

La norma è inserita nel Regolamento della Commissione del 3 gennaio 2023 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale comunitaria e segue l’approvazione, avvenuta nei mesi scorsi, della commercializzazione delle tarme della farina essiccate, il primo insetto edibile messo sul mercato in Europa, oltre all’uso della locusta migratoria.   

Il via libera delle scorse ore segue la richiesta specifica, presentata nel dicembre 2018 alla Commissione per l’utilizzo di questo insetto come ingrediente per una serie di prodotti alimentari destinati alla popolazione. Determinante anche il pronunciamento dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare, che ha chiarito come l’acheta domesticus congelato, essiccato e in polvere «sia sicuro», ferma restando la necessità «di inserire in etichettatura tutte le informazioni che possano essere utili al consumatore».   

Come si legge nella Gazzetta ufficiale dell’Ue, «questo parere scientifico presenta motivazioni sufficienti per stabilire che la polvere parzialmente sgrassata di grillo domestico, se utilizzata nel pane e nei panini multicereali, nei cracker e nei grissini, ma anche nelle barrette ai cereali, nelle premiscele secche per prodotti da forno, nei biscotti», e in tutta una serie di altri prodotti, «soddisfa le condizioni per l’immissione sul mercato».  

Non la pensano così dalla Coldiretti. «Al di là della normale contrarietà degli italiani verso prodotti lontanissimi dalla cultura nazionale, l’arrivo sulle tavole degli insetti», fanno sapere dall’organizzazione di categoria, «solleva precisi interrogativi di carattere sanitario e salutistico ai quali è necessario dare risposte, facendo chiarezza sui metodi di produzione e sulla stessa provenienza e tracciabilità, considerato che la maggior parte dei nuovi prodotti proviene da Paesi extra Ue, come il Vietnam, la Thailandia o la Cina, da anni ai vertici delle classifiche per numero di allarmi alimentari».   

(Foto d’apertura: @alia_insect_farm)

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