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Gli animalisti “sparano” contro la fiera della caccia di Dortmund

È la più grande d’Europa e mette in vendita viaggi per sparare alla fauna selvatica, organizzati da oltre 80 espositori. «Va fermata», tuona anche l’etologa Jane Goodall.

di Alessio Pagani

Continuerà fino al 29 gennaio, a Dortmund, in Germania, la più grande fiera di caccia d’Europa. E le polemiche la seguiranno passo passo. Nel mirino degli animalisti ci sono gli 80 espositori internazionali provenienti da Canada, Argentina, Namibia, Sudafrica, Germania, Spagna, Polonia e altri Paesi, che partecipano alla rassegna Jagd&Hund 2023, offrendo viaggi internazionali di caccia al trofeo, con un costo che varia dalle poche centinaia alle decine di migliaia di euro. L’obiettivo, per gli acquirenti, è quello di poter uccidere liberamente elefanti, grandi felini, rinoceronti, orsi polari e numerose altre specie. Per questo oltre 30 organizzazioni, tra cui Humane Society International, hanno chiesto al sindaco di Dortmund, Thomas Westphal, e al consiglio comunale della città di fermare la vendita di viaggi di caccia al trofeo nei padiglioni della Westfalenhallen, sede della fiera.

Da anni Humane Society International lancia l’allarme sull’impatto che le fiere che promuovono viaggi di cacce al trofeo, come la Jagd&Hund, hanno sulla vendita di prodotti della fauna selvatica, sul benessere degli animali e sulla biodiversità. Basti pensare che, tra il 2014 e il 2020, l’Italia ha importato legalmente 437 trofei di caccia provenienti da specie di mammiferi protette a livello internazionale, come ippopotami, elefanti, leoni, leopardi orsi polari e persino un rinoceronte nero (in pericolo critico di estinzione). Animali uccisi “legalmente”, proprio durante viaggi venduti in fiere di caccia. Qualcosa da fermare assolutamente. Come spiega anche la dottoressa, Jane Goodall, etologa, fondatrice del Jane Goodall Institute e ambasciatrice di pace delle Nazioni Unite. «Il fatto che la caccia al trofeo di specie rare e in via di estinzione sia ancora legale è assolutamente scioccante! Per favore», ha scandito nel suo appello, «fermate la vendita di viaggi organizzati per la caccia al trofeo alla fiera Jagd&Hund a Dortmund. Sostenete così la protezione degli animali e delle specie».   

La caccia al trofeo, però, nonostante critiche e proteste rimane un passatempo crudele per élite ricche, con conseguenze fatali per gli animali e impatti biologici ed ecologici dannosi di vasta portata. Visto che, solo in Africa, la cosiddetta caccia grossa uccide più di 120mila animali con l’Unione Europea che è il secondo importatore dei resti di queste battute, dopo gli Stati Uniti. Anche il Parlamento Europeo si è recentemente espresso a favore di un divieto di importazione dei trofei di caccia in tutta l’Europa, e anche l’Italia sta discutendo l’applicazione di restrizioni. Provvedimenti che, però, restano ancora sulla carta. Come confermano le fiere come quella di Dortmund. Pensate proprio per organizzare uccisioni legali di animali rari.   

(Foto d’apertura: Manon Dene/HSI)

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