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Creature fantastiche in mostra a Verona

Più di un centinaio di statuette, vasellame e monili che celebrano il ruolo degli animali nel corso dei millenni. Dal gatto per gli egizi all’ariete per i romani, passando per il magico serpente.

di Redazione

È stata inaugurata al Museo Archeologico al Teatro Romano di Verona la mostra “Animali nel mondo antico”, a cura di Margherita Bolla e Brunella Bruno. L’esposizione, che resterà aperta per quasi un anno, illustra l’affascinante ruolo degli animali nell’antichità. 

«L’idea della mostra è nata quando ho letto la biografia di Leo Mildenberg, personaggio straordinario del ‘900. Tedesco, ebreo, con una storia molto particolare. Era uno studioso di storia e di lingue antiche e decise di collezionare animali raffigurati nell’arco di cinque millenni», racconta a Zoon Magazine la curatrice Margherita Bolla. «Mi ha colpito molto, così ho pensato che sarebbe stato interessante realizzare un’esposizione sugli animali al museo archeologico, basandoci innanzitutto sui materiali normalmente non esposti».

La mostra si suddivide in cinque sezioni, ognuna dedicata a un argomento, con circa cento opere raffiguranti animali in esposizione. «La prima sezione è riservata agli animali dell’antico Egitto. C’è una figura di bronzo strettamente legata alla dea gatta Bastet. Si tratta di un contenitore per mummia di gatto», spiega l’esperta. «Nell’epoca tarda, nei santuari d’Egitto si usava deporre moltissimi animali mummificati in contenitori di bronzo. Nella stessa sezione, infatti, sono esposti anche una piccola statuetta di ibis – un uccello tipico del mondo egizio – e una scatoletta di bronzo sormontata da un serpente. Tutti sarcofagi di animali», continua Margherita Bolla. «Ci sono anche un piccolissimo ariete e un bue, che rappresentano due dei: il dio Ariete, che potrebbe avere a che fare con il dio Khnum -il protettore del Nilo – e il dio Bue, raffigurazione di Osiride, dio dalle molte competenze».

La seconda sezione dell’esposizione è dedicata, invece, al mondo classico, periodo storico in cui gli animali hanno avuto una fondamentale importanza: qui è possibile ammirare diverse statuette simbolo delle divinità e del prestigio sociale.

«Nell’ambito mitologico e religioso del mondo classico, gli animali erano visti come compagni delle divinità. Per la dea della sapienza e delle arti Atena, la civetta era una compagna: con gli occhi grandi e luminosi è simbolo di saggezza. Un oggetto molto interessante è un peso da telaio in ceramica, raffigurante una civetta che fila la lana, perché Atena era la dea anche della tessitura. Si tratta quindi di raffigurazioni di animali che stanno a fianco della divinità e rappresentano le sue caratteristiche», prosegue Margherita Bolla. «Mercurio, ad esempio, che per i romani era il dio della ricchezza e del commercio, ha come compagno l’ariete, raffigurato con bisacce che contengono denaro. Tra l’altro, per scacciare una pestilenza, secondo la leggenda Mecurio compie un giro attorno a una città cavalcando proprio un ariete».

La terza sezione della mostra è interamente dedicata alla figura del serpente. Questo animale nell’antichità aveva una pluralità di significati: oggi lo vediamo essenzialmente come una figura negativa, per l’influenza del Cristianesimo secondo cui questo rettile era il simbolo della tentazione maligna; nel mondo antico aveva anche un significato positivo. «Era visto come il “genius loci”, ovvero un’entità che protegge un determinato luogo. Il serpente è anche l’animale di Esculapio, dio della medicina, e veniva utilizzato proprio all’interno dei santuari nella pratica medica», spiega la curatrice della mostra. «Lì si praticava l’”incubatio”, che stava a metà fra magia e religione, un sonno ristoratore che poteva aiutare a far uscire dalla malattia i pazienti; durante quel sonno venivano lasciati liberi i serpenti,  perché si riteneva avessero un potere curativo». 

Questa sezione è stata realizzata in collaborazione con la Soprintendenza di Verona, a seguito di un ritrovamento recente. «In Via Oberdan è stata scoperta una piccola figura di dea in bronzo, seduta su un trono, con tanti serpenti che le strisciano addosso. Si è creato così questo collegamento tra il museo e la Soprintendenza: abbiamo deciso di presentare al pubblico anche oggetti di scavi recenti, non solo materiali delle nostre collezioni», continua Margherita Bolla.

Infine, a chiudere l’esposizione, due sezioni: una rivolta alle creature fantastiche, quali sfingi e grifoni, e l’altra dedicata alle loro influenze post-classiche. Si tratta di creature che non sono mai esistite nella realtà, ma che per gli antichi rivestivano un fascino e un potere del tutto particolare.

«C’è il cavallo marino, metà cavallo e metà pesce, il cerbero, il cane con tre teste, e Medusa, che ha serpenti al posto dei capelli. Sono esposti oggetti che dal ‘700 in poi richiamano queste figure: ad esempio, ci sono due rubinetti di fontanelle con teste di “drago”», conclude  Margherita Bolla.

La mostra “Animali nel mondo antico”, all’interno del Museo Archeologico di Verona, resterà aperta fino al 1 ottobre 2023.

(Foto d’apertura: Musei Civici di Verona)

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