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È un orsetto lavatore il nuovo simbolo della resistenza ucraina  

Rapito dai russi in ritirata dallo zoo di Kherson, in un video lo si vede divincolarsi per sfuggire alla cattura. E ora l’opinione pubblica invoca il suo ritorno a casa: «Disposti anche a scambiarlo con dieci soldati del Cremlino».

di Alessio Pagani

Un orsetto lavatore come nuovo simbolo della resistenza ucraina. Perché anche in guerra le storie degli animali diventano simbolo. Così il procione rapito dai russi direttamente dallo zoo di Kherson è diventato l’immagine di questa nuova fase del conflitto. Mentre le truppe di occupazione russa si preparavano a trasferirsi sulla sponda sinistra del fiume Dnipro, infatti,  anche gli animali dello zoo della città sono stati coinvolti in uno spostamento forzato che sta facendo discutere i social ucraini. Asini, lama, lupi, scoiattoli, faraone e pavoni, decine di ospiti del parco naturale sarebbero stati evacuati in Crimea su ordine del capo dell’amministrazione dell’occupazione Volodymyr Saldo. La ragione, secondo gli occupanti, sarebbe stata quella di tutelare gli ospiti dello zoo dal rischio di un allagamento causato dal pericolo di bombardamenti ucraini sulla vicina diga della centrale idroelettrica di Kakhovskaya. Vero e proprio furto, se non rapimento, invece, per gli ucraini. E a dimostrarlo ci sarebbe proprio la resistenza del procione.

Immortalato in un video girato nel parco in cui lo si vede “lottare” contro un militare che cerca di infilarlo all’interno di una gabbia, per poi farlo sparire. Così sulla sua sorte, per ora, aleggia il più fitto dei misteri. Intanto però i social sono impazziti per lui. Al punto che sull’onda della mobilitazione popolare c’è chi si spinge a proporre uno scambio di prigionieri: «Dieci soldati russi per il nostro procione». È stato Serhiy Bratchuk, portavoce dell’amministrazione militare della regione di Odessa, a lanciare un appello ai rapitori. Di certo c’è la sofferenza patita da ogni animale coinvolto nel conflitto. Come sottolineano da UAnimals, l’associazione animalista ucraina che, dal primo giorno di invasione, denuncia pubblicamente anche i crimini perpetuati dagli occupanti nei confronti di animali domestici e si occupa di assisterli con cibo e cure veterinarie.   

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