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È la Giornata mondiale degli uccelli migratori

Sterne, ibis e cicogne: sono i grandi viaggiatori che attraversano l’Italia. Volatili capaci di peregrinazioni lunghissime, ma sempre più minacciati da perdita di habitat, caccia e riscaldamento globale. E il WWF apre le sue Oasi.

di Alessio Pagani

Sterne, ibis e cicogne: sono i grandi viaggiatori che attraversano l’Italia. Volatili capaci di peregrinazioni lunghissime, ma sempre più minacciati da perdita di habitat, caccia e riscaldamento globale. E il WWF apre le sue Oasi.

Sono viaggiatori infaticabili. Ma delicati e sempre più spesso minacciati. Per questo meritano protezione e attenzioni. Si festeggia oggi, 14 maggio, la Giornata mondiale degli uccelli migratori, il World Migratory Bird Day. Si tratta dell’evento globale che ricorre ogni anno per la tutela degli uccelli migratori e la necessità di una cooperazione internazionale per conservarli. Necessità che ci riguarda da vicino: l’Italia, infatti, è un ponte fra Europa e Africa e questo la rende un’area cruciale per i viaggi stagionali tra i due continenti di moltissimi volatili. Così, per sensibilizzare la popolazione sulle crescenti minacce che rendono questi voli sempre più difficili da affrontare, il WWF apre le porte delle sue Oasi. Visitabili da oggi al 29 maggio, sono aree pensate appositamente per proteggere i migratori. Gli uccelli, spostandosi verso l’Italia, devono superare due principali barriere ecologiche: il bacino del Mediterraneo e il deserto del Sahara. «Per sopravvivere a questo enorme sforzo energetico e sostenere lunghe ore di volo, i migratori si sono adattati ad accumulare ingenti riserve energetiche», chiariscono dal WWF. Il nostro Paese diventa così il punto di sosta e luogo dove si nutrono numerosi uccelli sia durante la migrazione autunnale, sia quella primaverile. Questo perché, essendo nel cuore del Mediterraneo, risulta connesso con tutta l’Europa, diverse aree africane e persino asiatiche. Ma non solo. Da noi svernano anche diversi volatili che nidificano nel Nord Europa (come gli anatidi) e arrivano, per la riproduzione, altre specie che passano la stagione invernale in Africa (come rondine, rondone, cicogna bianca, ghiandaia marina, upupa e anche diverse specie di rapaci, come il nibbio bruno, l’assiolo o il falco pecchiaiolo).

Animali, purtroppo, non esenti da minacce. «Poiché la crisi di biodiversità che stiamo vivendo non risparmia nemmeno loro», evidenziano dal WWF. «Circa un terzo delle 121 specie migratrici sub-sahariane e di quelle migratrici parziali risultano in declino, principalmente a causa di scomparsa e deterioramento dell’habitat, caccia, bracconaggio e effetti del cambiamento climatico». Ecco perché a tutte queste “piume” servono luoghi sicuri. Una richiesta di aiuto cui rispondono proprio le Oasi del WFF. Come quella di Orbetello, diventata casa per una specie migratrice a elevato rischio di estinzione come la sterna.

Lì, ogni anno, torna a deporre le uova, partendo dall’Africa sub-tropicale e percorrendo qualcosa come 9mila chilometri. Di passaggio in Maremma anche i giovani ibis eremita – una delle specie più minacciate di estinzione a livello mondiale e per questo al centro di un programma di rilascio finanziato dall’Unione europea – che, dalla Germania e dall’Austria, si spingono a sud alla ricerca di un clima più mite. Lo scorso anno, poi, per la prima volta, è stata avvistata una cicogna nera nell’Oasi di Marmirolo, in Emilia Romagna. Uccello rarissimo e di grandi dimensioni, con una apertura alare che può raggiungere anche i 2 metri, vera meraviglia anche se solo di passaggio.

(Foto WWF)

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