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È il movimento a mantenere giovane il cervello dei cani

Attività costanti, esercizio fisico e gioco sono fondamentali anche per i quattrozampe: prevengono e rallentano la degenerazione cognitiva. Indispensabili, però, anche le giuste ore di sonno.

di Alessio Pagani

Il segreto è tenersi in movimento. Giocare, divertirsi e fare esercizio. Anche nei cani, così come nell’uomo, l’attività fisica è, infatti, fondamentale per prevenire o rallentare la degenerazione cognitiva. E la motivazione gioca un ruolo molto importante in questa correlazione. Lo ha mostrato un gruppo internazionale di ricercatori che, in uno studio pubblicato su Scientific Reports, ha valutato le performance cognitive e l’attività motoria diurna e notturna di 27 cani anziani.

«I cani sono soggetti alla sindrome della disfunzione cognitiva canina (CCDS), una patologia che ha molte analogie con la malattia di Alzheimer, e per questo possono fungere da modello per studi traslazionali sull’invecchiamento e la cognizione», spiega Sara Giovagnoli, professoressa al Dipartimento di Psicologia dell’Università di Bologna, tra gli autori dello studio. «Il parallelismo fra modello canino e modello umano permette di evidenziare come i fattori alla base di un sano ed efficace mantenimento cognitivo durante l’invecchiamento siano i medesimi nelle due specie».

I risultati ottenuti dallo studio evidenziano infatti il legame fra l’attività motoria, l’età (“pesata” per la struttura fisica del cane e la sua aspettativa di vita) e le capacità della memoria di lavoro, facoltà che permette di raccogliere e manipolare le informazioni necessarie per svolgere un determinato compito. In particolare, sì è notato, l’attività motoria e le abilità di memoria di lavoro tendono a ridursi con l’avanzamento dell’età.

«L’attività fisica però riduce in modo significativo il declino cognitivo e il rischio di sviluppare malattie degenerative, contribuendo a mantenere una buona qualità di vita», sottolinea Giovagnoli. «Tuttavia, l’avanzamento dell’età, così come il declino cognitivo, sono spesso legati a una serie di problematiche e sofferenze fisiche che riducono la motivazione al movimento: si instaura così un circolo vizioso che rende più probabile il declino psico-fisico».

Una di queste problematiche è legata alla quantità di ore di sonno, un elemento essenziale per i processi di consolidamento della memoria e per l’apprendimento. Gli studiosi hanno infatti mostrato che la riduzione del sonno è collegata a un decremento dell’attività motoria durante il giorno e un’eccessiva attività durante la notte: cambiamenti che sono caratteristici della disfunzione cognitiva canina, e che negli uomini possono essere considerati fattori di rischio per lo sviluppo di patologie degenerative.   

Quando è possibile, dunque, bisogna insistere per tenere i nostri cani in movimento anche da anziani, compatibilmente con il loro stato di salute, e lavorare affinché la loro condizione fisica non declini. Così facendo rallenteremo anche il loro invecchiamento cerebrale.

(Foto d’apertura: IPA)

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