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Dalla palla di api, alle balene in amore. Le eccezionali foto del Wildlife Photographer of the Year

Ecco gli scatti vincitori del prestigioso concorso del Museo di storia naturale di Londra. Ad aggiudicarsi la 58esima edizione la straordinaria immagine di Karine Aigner capace di immortalare una sfera ronzante sulla sabbia rovente di un ranch texano.

di Alessio Pagani

Una palla di api in lotta per una femmina, due balene che si accoppiano, l’orso dagli occhiali e la gorilla Ndakasi abbracciata dal ranger Bauma. E poi ancora scene oniriche dei fenicotteri cileni e orsi bianchi alla scoperta di un villaggio abbandonato. Sono solo alcune delle foto premiate dal Wildlife Photographer Of The Year 2022, il più prestigioso concorso di fotografia naturalistica al mondo organizzato dal Museo di storia naturale di Londra.

A vincere la 58esima edizione è stata l’americana Karine Aigner per la sua foto intitolata “The big buzz” (foto d’apertura). Uno scatto davvero speciale che, grazie a una lente macro, ha permesso di immortalare la straordinaria scena di una “palla” di maschi di api Diadasia rinconis (anche conosciute come api dei cactus) intenti a contendersi un’unica femmina sulla sabbia rovente di un ranch texano. Aigner è la quinta donna a ricevere il riconoscimento dalla nascita del concorso. Un traguardo raggiunto, come spiega Roz Kidman Cox, presidente della giuria, «grazie all’impressione di entrare direttamente nell’immagine, capace di mostrare il disperato tentativo di riprodursi di una specie fortemente minacciata dal cambiamento climatico, dai pesticidi e dalla perdita dell’habitat».

Balene in amore viste da vicino

Lo scatto dell’accoppiamento tra due balene franche australi (Eubalaena australis) è valso al neozelandese Richard Robinson il premio per la categoria “Oceans: The Bigger Picture”. Quando è pronta per l’accoppiamento, la femmina di balena franca australe rotola sulla schiena, richiedendo al maschio un rapporto. Dipende anche da questo la sopravvivenza della popolazione di balene franche australi della Nuova Zelanda: sono state cacciate fino quasi all’estinzione nel 1800, quindi ora ogni nuovo piccolo offre una nuova speranza. «Intravedere, per non parlare di fotografare, in una singola composizione il finale del corteggiamento di questi giganti », commenta Roz Kidman Cox, «è una novità fotografica. Ma il vero valore è la promessa simbolica di una nuova vita per questi esseri».

Il titolo di “giovane fotografo naturalista dell’anno” è andato al sedicenne tailandese Katanyou Wuttichaitanakorn per la foto “The beauty of baleen”: nella sua immagine si riconoscono in ogni dettaglio i fanoni di una balenottera di Eden (Balaenoptera edeni), anche detta balenottera di Bryde, mammiferi marini che sono presenti tutto l’anno nel Mar Cinese Meridionale. Questi animali hanno fino a 370 paia di lastre di fanoni di colore grigio che crescono all’interno delle mascelle superiori. Le piastre sono fatte di cheratina, come i capelli e le unghie umani, e vengono utilizzate per filtrare le piccole prede dall’oceano.

Orsi solitari e stambecchi in lotta

Daniel Mideros è stato premiato nella categoria “Animals in their Environment” con l’immagine, ottenuta con una speciale (e innocua) fototrappola, di un orso dagli occhiali. Il fotografo è riuscito nell’impresa posizionando con cura le sue attrezzature lungo un corridoio naturale utilizzato per raggiungere gli altipiani d’alta quota che circondano la capitale dell’Ecuador, Quito. L’immagine offre così lo specchio di un paesaggio naturale in lento declino e al centro dell’immagine, perfettamente incorniciato, un orso dagli occhiali guarda dall’alto i pendii deforestati, le terrazze coltivate e l’espansione urbana della città.

Notevole anche il lavoro di Ekaterina Bee che le ha permesso di cogliere due stambecchi alpini in lotta per la supremazia. Tutto è capitato quasi per caso, alla fine di una gita in un giorno di primavera con la sua famiglia. I due stambecchi hanno iniziato a scontrarsi e a scambiarsi colpi stando in piedi sulle zampe posteriori, come pugili su un ring. Nei primi anni del 1800, dopo secoli di caccia, meno di 100 stambecchi alpini sopravvivevano sulle montagne al confine tra Italia e Francia e questo scatto rappresenta un bel segnale sul loro attuale stato di forma.

Piume per il corteggiamento

La fotografia di Junji Takasago racconta una scena onirica con protagonisti i fenicotteri cileni. Inquadrando la loro coreografia tra le nuvole riflesse nell’acqua, Takasago ha combattuto il suo mal di montagna per catturare questa immagine. Tra le alture delle Ande, il Salar de Uyuni è la salina più grande del mondo. È però anche una delle più grandi miniere di litio della Bolivia, che minaccia il futuro di questi uccelli.  

Anche Hernández Martinez ha colto una fase del corteggiamento tra volatili, immortalando il profilo gonfio di un maschio di houbara delle Canarie mentre prende una breve pausa dalla sua frenetica performance. Questi uccelli ritornano ogni anno nello stesso luogo di accoppiamento e qui mettono in scena una sorta di danza, sollevando i pennacchi della parte anteriore del collo e gettando indietro la testa prima di correre avanti e indietro.

Il dramma della gorilla e gi orsi “spettrali”

L’emozionante immagine della gorilla Ndakasi tra le braccia del ranger Andre Bauma, realizzata dal fotografo sudafricano Brent Stirton, è stata premiata nella categoria “Photojournalism”. Ndakasi era l’unica sopravvissuta a un attacco legato all’escavazione illegale del carbone nel 2007: allora era stata trovata aggrappata al cadavere della madre. Il ranger ha usato il calore del suo corpo per confortare e mantenere in vita la giovane scimmia fino al mattino quando finalmente è stata ricoverata e ha iniziato il suo percorso di riabilitazione. Così è iniziata una relazione che è durata per tutta la vita di Ndakasi, conclusasi proprio tra le braccia del suo umano di riferimento nell’ottobre del 2011.
È un paesaggio post apocalittico quello ritratto da Dmitry Kokh. Il fotografo era su uno yacht in cerca di riparo da una tempesta, quando ha avvistato alcuni orsi polari che vagavano tra gli edifici di un’ex stazione metereologica sull’isola Kolyuchin, nel nord-est della Russia, in Chukotka. Mentre gli orsi esploravano i locali abbandonati, Kokh ha usato un drone a basso rumore per scattare la sua foto che immortala questa scena spettrale e drammatica, da film.

Predatori alati a caccia

Nick Kanakis ha individuato l’uccellino dal petto grigio che si nutriva, e temendo che poi sarebbe scomparso nella foresta si è avvicinato. Allora l’uccellino è saltato nell’inquadratura, premendo l'”orecchio” (che è una sorta di fessura) a terra per ascoltare il rumore dei piccoli insetti. Una tecnica di rilevamento delle prede che così è stata immortalata e resa nota al pubblico.

Mateusz Piesiak, invece, ha posizionato la sua telecamera sul fango di un canneto per catturare il passaggio di un falco pellegrino. Già vincitore del premio Young Wildlife Photographer of the Year quando aveva 14 anni, Piesiak si è concentrato sulle aree naturali fuori Breslavia, città sul Fiume Oder nella Polonia Occidentale, decisamente tranquille durante il lockdown imposto dal Covid. In tali condizioni, il fotografo ha potuto scattare una serie di fotografie “intime” che esplorano da molto vicino il comportamento degli uccelli.

(Foto d’apertura: Karine Aigner, Wildlife Photography Awards 2022)

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