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Cosa sognano cani e gatti? E gli altri animali? 

Quante volte vi sarà capitato di vedere il vostro amico a quattro zampe muoversi e mugolare durante il sonno, e quanti di voi si saranno chiesti se anche loro sognano. La risposta è sì.

di Alessio Pagani

Anche gli animali sognano. A partire proprio dai nostri quattrozampe di casa: cani e gatti. Lo dimostrano diversi studi scientifici, lo conferma l’esperienza legata alla convivenza con loro. Le ricerche hanno ampiamente dimostrato nel corso degli anni, infatti, che anche cani e gatti (e più in generale tutti gli animali a sangue caldo) attraversano durante il sonno la cosiddetta fase REM (Rapid Eye Movements, ossia “rapidi movimenti degli occhi”), che corrisponde al momento del sonno durante il quale la mente sogna. Secondo lo studio condotto da Matthew Wilson, membro del Picower Institute for Learning and Memory al MIT (il Massachusetts Institute of Technology), mentre dormono, nella mente dei nostri animali di casa scorrono le immagini di eventi passati, allo stesso modo in cui anche noi in sogno ricordiamo le esperienze vissute.  

Possono quindi ritornare a “mangiare” un cibo particolarmente gustoso e rivivere un momento significativo trascorso insieme al proprio padrone. E rielaborare le nuove esperienze per apprendere.  Non è però scontato che il ricordo sia recente: a volte, anzi, questi eventi possono esser avvenuti settimane, mesi o persino anni prima. Secondo lo psicologo e cinofilo Stanley Coren, autore di diversi libri tra cui “How Dogs Think: Understanding the Canine Mind” (Come sognano i cani: capire la mente canina) nei quattrozampe la frequenza e la lunghezza dei sogni è, inoltre, connessa alla loro dimensione. I cani di grossa taglia quindi sognerebbero più a lungo rispetto agli esemplari più minuti. Un’altra ricerca, realizzata da un gruppo di scienziati della Harvard University di Cambridge nel 2016, ha provato ad approfondire il contenuto dei sogni di cani e gatti. E, stando ai risultati, i primi interagirebbero anche nella fase onirica con i loro umani di riferimento, mentre i gatti sarebbero per lo più concentrati sulla caccia. Fido sogna il padrone, dunque, i felini i topi da catturare. Ma in entrambi i casi, come sottolineano i ricercatori, si tratta evidentemente di una rielaborazione del vissuto quotidiano.  

Anche i roditori sognano. E anche loro rivivono le esperienze passate. Diversi studi, infatti, sono arrivati a conclusioni analoghe a quelle dei gatti e dei gatti. Dopo aver percorso un labirinto durante il giorno, i topi possono ricordare quell’esperienza nel sonno. E memorizzare lo schema del tragitto.   

E gli uccelli? Qui l’analisi scientifica si è concentrata sui diamanti mandarini, volatili che hanno una caratteristica particolare: pur essendo noti per il loro canto, non hanno questa capacità dalla nascita, ma devono apprenderla attraverso l’ascolto e l’esercizio. E il sogno. Nel 2000 i ricercatori hanno scoperto che, mentre questi uccelli cantano o ascoltano un loro simile cantare, certi neuroni del cervello si attivano seguendo uno schema specifico, che viene poi riprodotto anche mentre dormono. In pratica è come se ripetessero il canto che hanno sentito o eseguito quel giorno. Da qui l’ipotesi, nemmeno troppo remota, che i diamanti mandarini sognino di cantare.  

Anche i pesci zebra vivono una fase simile al sonno REM. Lo ha chiarito il neurobiologo di Stanford Philippe Mourrain. Durante il sonno, questi pesci si rilassano, il loro battito cardiaco diventa aritmico e presentano un’attività cerebrale simile a quella della fase di veglia. Loro però non muovono gli occhi e del resto, essendo senza palpebre, non li chiudono nemmeno. Così l’ipotesi è quella che il sonno REM potrebbe essersi sviluppato almeno 450 milioni di anni fa, prima che il percorso evolutivo degli animali terrestri e acquatici si differenziasse. 

«Fino a due decenni orsono», chiarisce Mourrain, «non si pensava nemmeno che i pesci potessero dormire. Adesso queste caratteristiche sono state osservate anche negli insetti, così come nei ragni. Non sarei sorpreso se di questo passo arrivassimo a rilevare una vera e propria attività onirica in tutti gli animali».   

(Foto d’apertura: IPA)

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