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«Con il cane si vive meglio», parola di Veronica Pivetti 

L’attrice ha raccontato nel suo libro e in diverse interviste il rapporto con il suo barboncino Orzo. Un vero e proprio antidepressivo a quattro zampe.

di Alessio Pagani

Un cane fa vivere meglio. È un toccasana per la salute. Ne è convinta Veronica Pivetti, attrice e doppiatrice. Ne ha parlato nel sul libro, “Ho smesso di piangere”, e lo ha ribadito, anche di recente, in un’intervista rilasciata all’ “Huffington Post”. Perché il suo cane Orzo, barboncino toy biondo di 3 chili e 450 grammi, con cui vive da sei anni ,si è dimostrato un fantastico antidepressivo. «Sono felice di stare in quella nutrita schiera di persone che ha con il proprio animale un rapporto che molti rompicoglioni definiscono innaturale, e che, invece, per noi malati è vitale», ha scritto, infatti, nel suo libro.

Il cane, con la sua voglia di vivere e scoprire cose nuove, prova a contagiarla di continuo. «Orzo è estroso, esuberante, socievole, ha una grande spinta verso il prossimo che è ammirevole, ma faticosa al tempo stesso», ha confidato al quotidiano online. «Quando siamo per strada e incontriamo le persone, lui vorrebbe fare amicizia con tutti. Vuole bene a tutta l’umanità: è molto più buono di me. Questa sua apertura verso gli altri è qualcosa che devo imparare ad avere anch’io». Perché i cani sono così, sanno conquistarti. Fin da subito. «La prima volta che l’ho visto era piccolo e vivacissimo», ha ricordato. «In una specie di recintino girava intorno come quei trenini che vanno velocissimi, poi si bloccava di colpo e si addormentava. Mi ha fatto ridere e ho subito capito: “Questo è l’uomo della mia vita”». 

Vita che, da quando è arrivato Orzo, per lei è cambiata decisamente in meglio. «La presenza di un cane apre la mente», ha raccontato Pivetti. «Chi ha un animale, un quattrozampe nella fattispecie, cambia: il loro punto di vista è di una tale libertà e apertura che è un insegnamento costante. Hanno la purezza negli sguardi e nessun pregiudizio. Poi ti insegnano l’emotività, che io penso sia una ricchezza che noi abbiamo: essere anche un po’ scoperti per come siamo veramente». 

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