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Come si calcola realmente l’età del cane e del gatto

Si ritiene comunemente che, per scoprire a che età “umana” corrisponda l’età del nostro pet, basti moltiplicare i suoi anni per sette. Sbagliato! È corretto invece dire che cani e gatti attraversano, come noi, vari fasi di età.

di Redazione

Moltiplicare l’età del proprio animale per sette, al fine di scoprire quanti “anni umani” avrebbe, è un’usanza molto diffusa ma del tutto sbagliata. Non si può fare, in realtà, un vero e proprio parallelismo tra età canina o felina ed “età umana”.

«La regola del “sette” è una convenzione per far capire alle persone che ci sono varie fasi di età per gli animali come per gli esseri umani: cuccioli, adolescenti, adulti e anziani. E’ ovvio, però, che se un gatto muore a 22 anni, ad esempio, non poteva averne 154. Era soltanto un centenario», spiega la dottoressa Francesca Mussinelli, direttrice sanitaria della clinica San Martino di Castelletto Ticino e membro del comitato scientifico di PetMe.

«Se pensiamo ai cani, all’interno della stessa specie c’è un’enorme variabilità nell’aspettativa di vita in base alla taglia e alla razza. Ad esempio, se un cane Corso raggiunge i 14 anni stupisce, mentre uno Yorkshire di quell’età è nella media», continua la veterinaria.

Non esistono, quindi, tappe standard per calcolare l’età dell’animale: tutto cambia a seconda della specie e della taglia. Inoltre, sull’aspettativa di vita influiscono anche le condizioni in cui l’animale versa.

«Con le variabilità legate alla taglia, possiamo generalmente dire che, durante i primi due mesi di vita, tutti i cuccioli possono essere considerati bambini che vanno all’asilo. L’adolescenza inizia verso i 6 o 7 mesi per i cani di piccola taglia e il doppio per i cani grandi, pensiamo quindi ai 15 anni di vita di una persona. I cani piccoli sono più precoci, mentre i cani di taglia grande raggiungono la maturità a circa 2 anni e mezzo, quindi paragonabili a un essere umano adulto di 30 anni. Poi ci si avvicina all’invecchiamento: a circa 8 anni i cani grandi si avviano all’età della pensione, mentre per i cani piccoli ciò accade intorno ai 12 anni».

Per quanto riguarda i gatti, invece, il calcolo dell’età è un po’ diverso, e simile a quello valido per i cani di piccola taglia. 

«I gatti raggiungono la maturità verso i sei mesi e mediamente vivono fino a 16 anni, a volte – addirittura – anche a 18 anni. Anche se ci sono alcune razze feline che maturano più lentamente, come i gatti persiani», dice ancora la dottoressa Mussinelli. «Hanno, però, un periodo critico intorno ai 10 anni di vita, perché iniziano i problemi legati all’invecchiamento. Potremmo dire che quando un gatto raggiunge i 10 anni, è paragonabile all’età di un essere umano in pensione».

In conclusione, è corretto spiegare che il meccanismo della moltiplicazione per sette è una convenzione utilizzata per cercare di standardizzare un aspetto che, come chiarito dalla veterinaria, non è poi così standard.

(Foto d’apertura: IPA)

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